Pinterest, i maschi e il dover esserci a forza

6 March 2012

Io non è che usi Pinterest. Ho aperto l’account la primavera scorsa perché era ad invito e io devo esserci sempre nella lista. (Non dico proprio la prima della lista, ma neanche l’ultimo degli stronzi). (CIT.) Beh,  cmq, ci ho messo una borsetta, uno smaltino e la cosa è finita là. Anche se mi piace davvero tanto come strumento e se fossi una di quelle femmine creative che gli piace cucinare e paint you life sicuro lo sicuro lo userei tanto. Ora un paio di mesi fa in Italia é esploso questo fatto che Pinterest è figo e devi avere Pinterest.

Ora, se voi non lo sapete a Pinterest, ve lo spiego io. Pinterest è fatto cosí, tu hai un lavagna virtuale e su questa lavagna ci azzecchi (anzi, ci pinni) le cose che ti piacciono. Tale e quale alla bacheca di sughero con le foto e i bigliettini che avevate nella vostra cameretta (ah, ce l’avete ancora?) . Si capisce subito che è roba da femmine. Quando io entravo nella stanza di un ragazzo e vedevo i pannelli di sughero con le foto puntinate sopra, non so voi, ma io pensavo subito fosse gay. In genere tenevo ragione. (Il problema vero era che poi in genere mi innamoravo di lui,  ma questo è un altro post). Voi lo conoscete un maschio che si dedichi all’esposizione della foto che non sia mettersi come sfondo del desktop una foto di Belen? No, per dire.

Capirete quindi che Pinterest è una roba per femmine. Ci entrate e vedete biscottini, alzatine, vestitini. Tipo come entrare a casa di Enzo Miccio, per dire.

Ora  peró è successo un fatto. Questo fatto che Pinterest si porta. Allora tutti i maschi del web mo’ vogliono stare su Pinterest. Allora si sono fatti mandare l’invito e a questo punto hanno detto:”E mo’ qua che ci facciamo?” –  “Dov’è lo spazio per scrivere Forza Napoli, Pocho si gruoss?” – “Dov’è lo spazio dove posso consigliare i 5 migliori tool per usare Twitter?”. Si sono guardati attorno un po’ smarriti mentre intorno allora i giardini di marzo si vestivano di nuovi colori. Allora il primo ha avuto un’idea: “Qua stanno tutte a mettere immagini, ora sapete che faccio, mo’ ci metto una bella infografica”. Sí, italico maschio, mettici una bella infografica sulla differenza tra nerd e geek che abbiamo già visto sul tuo tumblr. E dopo dicci su twitter: “Ehi, guardate che bella infografica che ho pinnato!”.

Da questa prima, timida mossa, si è scatenato l’inferno.  I nostri giovani “web addicted” , come amano definirsi, non possono fare a meno di pinnare tutto quello che prima twittavano. Roba di Mashable mal tradotta in genere. I più fighi  un originale di Smashing, giusto per far vedere che sanno l’inglese. I meno originali, un peto qualsiasi degli italici guru del web-marketing. Rigorosamente con i feed collegati a Twitter, perché a quelli di Twitter bisogna pur dire cosa si fa su Pinterest, casomai dovessero perdersi qualcosa. E in ogni caso non dimentichiamoci poi della plebe che sta solo su fb. Non dimentichiamoci di aver ben collegato twitter con fb.

Ora io su questa cosa non dovrei proprio dire niente, perché mi sono già spesa per il concetto di “lo strumento è ciò che gli utenti fanno di esso e non possono barricarci dietro una presunta superiorità del messaggio sul mezzo”.  Concetto al quale sono molto affezionata teoricamente. Ma una cosa ve la voglio dire.

Usare Pinterest per condividere articoli sulla SEO è come invadere ruttando il the delle cinque con i cupcake colorati.

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