Tutto sul Matrimonio (svedese)

29 January 2013

Oggi vi racconto della Grande Fiera Tutto sul Matrimonio con la quale abbiamo allietato un’ordinario sabato di nevischio leggero e -10 gradi sottozero.

La Grande Fiera Tutto sul Matrimonio (bröllopmässa)si tiene a Nacka, un comune alla periferia sud di Stoccolma, famoso per aver dato i natali a Filippa Lakerback. E avere un centro commerciale aperto fino alle 20 dal lunedì al venerdì e fino alle 18 il sabato e la domenica. La Fiera chiuderà alle 17.
La Fiera ha organizzato un comodo servizio navetta con partenza dalla stazione metropolitana di Slussen, al centro di Stoccolma. Coppie di mamma e figlie, amiche del cuore e sporadiche coppie uomo/donna aspettano ordinatamente in fila per due sotto la neve.

Il matrimonio è uno dei nuovi trend svedesi. Prima non era una cosa comune sposarsi. “Ai tempi della socialdemocratizia – mi racconta lo Svedese – sposarsi era una cosa borghese.  Negli ultimi anni invece sta ritornando ad essere un usanza diffusa. Soprattutto tra i più benestanti”. Come mai? “Prima c’era una cultura molto più improntata sul modello socialista per cui bisognava essere tutti uguali, guadagnare tutti la stessa cifra, vivere tutti in case più o meno simili. Spendere soldi per un matrimonio non rientrava in questo stile di vita”.
Ma io penso pure un’altra cosa. Fino agli inizi degli anni 90 alla televisione svedese si vedevano solo canali svedesi con produzioni svedesi. Da un decennio o poco più sono cominciate ad arrivare i format stranieri e poi la tv satellitare.. E da qualche anno, così come in Italia, c’è il proliferare dei wedding format. E volete che una qualunque ragazza svedese che si vede Say Yes to the Dress non voglio anche lei l’anello, il vestito bianco e la wedding cake a tre strati? Suvvia.
Ed ecco che anche qui ville e castelli rinascono come “location per i tuoi eventi più esclusivi”. E si organizzano fiere per aiutare gli sposi ad organizzare “il giorno più bello”. Roba che nella socialdemocrazia non si sarebbe mai vista.

All’entrata della Fiera c’è una piccola fila ordinata, io e lo Svedese ci comportiamo come una Vera Coppia Svedese pagando ognuno con la sua carta di credito e firmando col dito sullo schermo dell’iPad (roba che avevo visto solo a Las Vegas) ed entriamo. Ad accoglierci c’è il Grande Simbolo del Matrimonio Anni Novanta di chi ha visto troppi film americani: La Fontana di Cioccolato. Accanto alla Fontana di Cioccolata una coppia vestita da vecchi hippy in libera uscita da una comune di Ibiza cantano canzoni tipiche svedesi accompagnati da chitarra e quel coso che si agitata. Il risultato stranamente ricorda quelle le casette delle colonne sonore rifatte col flauto peruviano.
Al centro della sala troneggia una BMW blu da rappresentante che evidentemente rappresenta il Non Plus Ultra del Lusso. Ok, ho bisogno di un bicchiere di champagne, dov’è il bicchiere di champagne? Non si mai vista una fiera di matrimonio che non ti offrono lo champagne. Ah, eccolo, c’è il banchetto del Rotari. Ottimo. Mi avvicino e faccio per afferrare il bicchiere. Poi mi ricordo che siamo in Svezia e quello è alcool. Chiedo: “Uscetta, is it free?”  – “Sì, it’s free. Tra mezz’ora nella sala qua accanto facciamo un corso su come aprire una bottiglia di champagne e versarlo nel modo corretto. Vuoi partecipare?” – “Ah ah, un corso per far saltare il tappo alla bottiglia, very interesting, see you later”.
Ok, possiamo cominciare. Dove sono gli stand di abiti da sposa? Un giro veloce e mi accordo che ci sono 2 soli stand di abiti da sposa. 2! E millemila stand di pastticini, fotografi, ville e anelli. Non c’è senso delle proporzioni! Va beh. concentriamoci sui due. Il primo ha un nome italiano e i vestiti sono evidentemente cuciti con gli stessi materiali degli abiti di Carnevale in un trionfo di bianco ottico e brillantini. Il target è chiaramente quello delle spose immigrate mediorientali. Beh, in effetti anche io posso essere considerata una sposa immigrata. Non mediorentale, ma napoletana. E non so cosa mi convenga di più. In ogni caso la signora dello stand mi fa i complimenti per il mio abitino di lana e mi dice “sì vede che sei italiana”. Non so come prenderla.Il secondo stand è un delizioso stand di una designer finlandese che disegna e cuce candide tunichette che fanno sembrare le ragazze scandinave angeli e le ragazze mediterranee addobbi per l’albero di Natale. Ma alle 3 c’è la sfilata.
Amoruccio, alle 3 andiamo a vedere la sfilata?” Mi giro e amoruccio sta parlando con l’addetta all’ufficio delle tasse. Parlano in svedese ma capisco perfettamente che lui le sta chiedendo se avrà degli sgravi fiscali a sposare una sud-europea con un reddito sotto la soglia della povertà svedese. Quello che vorrei farvi notare che l’ufficio comunale delle tasse ha un suo stand alla Grande Fiera Tutto sul Matrimonio dove elargisce i moduli da compilare per sposarsi e dà consigli sugli accordi prematrimoniali. In case of.

Ok, va beh, appurato che Mimma Giò Sposa non c’è, vuoi che non ci sia un banchetto per la prova make up?”. Sì, c’è, ma dovevi prenotare su Internet. Vabbè, ciao.
Ora è arrivato il momento di diventare operative. Comincio il giro degli stand delle location. Arrivo sorrido, dico “Hej, can we speak in English?” – “Absolut”.  Sorrido, dico che sto cercando il luogo giusto per il mio matrimonio da principessa delle nevi, loro sorridono , fanno “oooohhh” mi fanno vedere foto dei loro posti fatosi e mi riempiono di volantini
Sorrido e dico: “Can you give me an idea about the prices?” – “Absolut” e mi indicano sorridenti la pagina della brochure con il listino prezzi”. Che meraviglia. Niente estenuanti contrattazioni. Niente conoscenze messe in gioco. Niente appuntamenti. Niente prove. I prezzi sono là, chiari e fissi.

Dopo di che comincio a fare, “So, do you know, we are italian, possiamo portarci il nostro vino? In Italia c’è la tradizione che il padre della sposa porti il vino per il ricevimento e mi padre ci resterebbe davvero male a non poterlo fare…”
E a dover pagare quasi 10 euro ogni bicchere di vino…
E già. Perché nei classici menù proposti il vino si conta e si prezza  A BICCHIERE

Esempio di menù

  • Aperitivo di benvenuto con tre varietà di tartine e 1 bicchiere di champagne
  • Antipasto (in genere salmone zuppa di qualche cosa) e 1 bicchiere di vino della casa
  • Piatto caldo (in genere una qualche variante di carne e patate) e 2 bicchieri di vino
  • Torta
  • Caffè

1495 SEK a persona. 173 euro. Con 3 bicchieri di vino e uno champagnino. Uno.

Vedo il mio sogno di un matrimonio da principessa delle nevi sciogliersi come la neve al sole di marzo. Ma non perdiamoci d’animo. Ora c’è la sfilata. E ho visto sul catalogo che i prezzi dei vestiti non superano mai gli 800 euro. Troveró un bellissimo vestito da Barbie Principessa delle Nevi a 500 euro così avrò più budget per il resto e forse posso anche offrire 4 bicchieri di vino agli invitati. La gente mi chiamerà “La Sposa vestita da Principessa delle Nevi che ha offerto 4 bicchieri di vino al suo matrimonio“.
(E no, fare le cose alla svedese che gli invitati si pagano da soli l’alcool io non lo faccio).

Alle 14.25 prendo il posto in prima fila per la sfilata, con iPhone pronto. Fashion Blogger che state in prima fila alle sfilate della settimana della moda milanese, mangiate la mia polvere. Io sono in prima fila alla sfilata della Grande Fiera Tutto sul Matrimonio al Nacka Forum,  periferia sud di Stoccolma. Tzè.

Alle 15, puntuale, inizia la sfilata. Mezz’ora di sfilata di abiti che qui sarebbe considerati troppo sobri anche per una prima comunione. Il massimo dell’ardore è una gonna un po’ ampia. Niente strascichi. Niente luccichi. Le modelle indossa scarpe con la zeppa di 5 CENTIMETRI. Ripeto. Zeppa. 5 Centimetri. Sfilano anche gli uomini. Indossano abiti blu con sotto SCARPE MARRONE CHIARO. ripeto. Marrone Chiaro.
Non c’è niente che assomigli a un abito da Barbie Principessa delle Nevi. Mi sa che devo chiamare la signora Mimma e fissare un appuntamento  perchè “anche se sposi tra un anno o due dopo le cose da fare saranno tante”. Aspè, ma mi è appena arrivata la Newsletter di Kleinflield, il 5 febbraio c’è la svendita del campionario. “Amoruccio, che ne dici di un paio di giorni a a New York?”

Se prendiamo il volo della sera alle 8 di mattina siamo a JFK e io alle 12 sono già in fila davanti a Kleinflied che la svendita comincia alle 3.

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