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La storia del Tuffo nel Lago Ghiacciato

11 April 2013

La Storia del Tuffo nel Lago Ghiacciato comincia su Twitter, quando, dibattendo per l’appunto di tuffi nei laghi ghiacciati io e una Perfetta Sconosciuta prendiamo appuntamento per andare a tuffarci un lago ghiacciato in mezzo al nowhere della campagna svedese.

Lo scenario perfetto per un nuovo capitolo della serie Millenium – Uomini che odiano le Donne.

Però poi la Perfetta Sconosciuta mi ha aggiunto su Linkedin d allora a questo punto capiscono che sicuro non è un serial killer che con la scusa del Tuffo nel Lago Ghiacciato mi porterà in una stuga nelle campagne per consegnarmi alla mafia slava. 
In realtà poi quando ci incontriamo,  capiamo che è meglio che Entrambe teniamo gli occhi aperti per non rischiare di essere rapite dalla mafia slava dentro i sottopassaggi che si fanno a Slussen per andare a prendere il pullman che va in mezzo alle campagne. Per farvi capire il genere di sottopassaggi, è dove hanno ambientato la scena in cui picchiano a sangue Lisabeth Salander, se siete amanti del genere. Altrimenti pensate al sottopassaggio della stazione di Pioppaino.

In ogni caso arriviamo alla stazione dei bus mentre l’autobus è in partenza e noi corriamo come disperate per prenderlo al volo. Correre come dei disperati per prendere l’autobus è tipico segnale di “italiani che quando vedono un autobus che parte non ci credono mai che dopo 4 minuti puntuale ne arriverà un altro e quindi corrono disperati come se fosse l’Ultimo Autobus del Mondo”.

Il pullman comincia a passare tra i sobborghi di Stoccolma costeggiando idilliaci scenari di felicità campestri fin quando il pratico display luminoso non indica la nostra fermata. Suoniamo, scendiamo e praticamente siamo ai lati dell’autostrada con l’ingresso del Luogo Designato per il Tuffo nel Lago (Ghiacciato) di fronte. Cerchiamo delle strisce pedonali o qualcosa del genere, finiamo con gli stivaletti incastrati in un misto di fango e neve, penso che sia meglio morire sotto il ghiaccio che inghiottita dalla fanghiglia del disgelo. riusciamo a uscire, attraversiamo la strada di corsa e siamo al Luogo Designato.

Il Luogo Designato è Hellasgården, che è tipo un parco intorno al lago con delle casette di legno con la palestra e la sauna. Il nostro programma prevede.

  • Lezioni di Yoga
  • Sauna
  • Tuffo

Io della lezione di àyoga mica ero tanto convinta. Non sono una tanto da yoga. Ma tant’è, che sarà mai, si starà là a respirare con le gambe incrociate e qualche candelina accesa e l’incenso.

Come no. Entriamo nella stanza addobbata con quei tipi di pareo con le divinità indiane che si vendono a Mezzo Cannone e ci accoglie il maestro, lo svedese più allegro ed espansivo che abbia mai conosciuto. Quando ci saluta col bacetto penso che sicuro è nato a Napoli, mica a Nacka.

La temperatura della stanza si aggira intorno ai 35 gradi, una stufetta in un angolo pompa calore senza pietà, Io forse ho confuso le cose e questa è una Lezione di Yoga nella Sauna. Per mia gioia non c’è nessun bastoncino di incenso acceso. Cominciamo a respirare e fin qui va tutto bene. Poi si fanno degli OM con la voce tipo come quando si intona il Miserere, e ancora ancora… Ma poi si comincia a fare sul serio. Mettiti nella posizione del cane, alza la gamba destra e il braccio sinistro, ruota il bacino, gira i piedi, fai il ponte e guarda in alto. Il tutto spiegato in un inglese svedesico con le canzoni fricchettone in sottofondo. Io mi attorciglio un paio di volte su me stessa, con un certo orgoglio rotolo all’indietro facendo vedere che, anche se sono una novizia, so fare la posizione dell’anatra, mi srotolo e dondolo sull’osso sacro tenendomi i pollici dei piedi tra le mani. Non facciamo quella cosa di mettere i piedi sulle ginocchia con le gambe incrociate e dondolarsi sulle mani e io ci rimango molto male perché quella la sapevo fare e non mi posso bullare che la sapevo fare.

Poi facciamo la danza del cane che si asciuga e poi tutti cantano una cosa tipo OmOrengheGhiò che io però ho fatto solo finta di.

A questo punto arriva il momento della Sauna. Che per fortuna non è il Sauna Party che facevo dieci anni fa in Erasmus ad Helsinki. Qua la sauna è separata Uomini/Donne e nessuno beve. Dopo aver accumulato un po’ di calore decidiamo che siamo pronte e con un Ardito Gesto di Coraggio apriamo la porta che dà sull’estero.

Sono le 8 di sera e il sole è appena tramontato dietro le betulle, il lago è ghiacciato, ma c’è una piccola pozza sciolta con la scaletta che scende.

Ok, posso mantenermi alla scaletta. Non è mica pericoloso come millantava lo Svedese: “Tesoro, per piacere, stai attenta, che se vai a finire sotto il ghiaccio Muori”

Non ci vuole molto coraggio, via l’asciugamano, un piede sulla scaletta e via con una rapida immersione dell’acqua a zero. Tre secondi e si risale, le gambe sono rosse, ma penso che potrei starmene così, nuda e con l’asciugamano addosso in mezzo alla neve per almeno altri dieci minuti.  Magari pure con una birretta fresca.

Lo facciamo ancora, sauna e tuffo, sauna e tuffo.

>Voi direte che ora sono a letto con la febbre. No, sto benissimo. Ho solo tutte le ossa doloranti. Ma quella sarà stata la posizione dell’anatra. 

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