La fine di una storia

4 June 2013

Ciao Camilla,  come va? Sei tornata in Svezia?

No, sto sempre sguazzando nella noia della provincia italiana

E come mai?

E niente, io e lo Svedese ci siamo lasciati.

Come vi siete lasciati? Ma è una cosa definitiva?

Pare di sì.

E come mai?

Bah, eravamo un po’ in crisi sul fatto che io mica ero convintissima di trasferirmi all’estero “per sempre”,  tagliando completamente i ponti con l’Italia come voleva lui.  Per lui il fatto che io in Italia in fondo ci stessi bene era indice di incompatibilità di carattere. E lui stava sempre lì a progettare di andare a vivere in America, in Australia, a Singapore, a Timbuctù. E io, voi lo sapete, sono una un po’ provinciale, gli avevo detto che avrei preferito vivere in Europa.

Poi è successo che i primi di maggio sono tornata un po’ in Italia, perché fondamentalmente non che avessi granché da fare in Svezia mentre lui girava il mondo. Nel frattempo io ho capito che a Stoccolma stavo meglio che a Sorrento. Ma lui ha capito che senza di me stava meglio che con.

E il Tiffany? E i viaggi insieme? E tutte quelle cose che avevano fatto sognare l’internèt?

Sono state belle, ma non sono bastate. Le storie, quelle vere che si creano tutti i giorni tra i piatti sporchi e i cesti di biancheria da lavare, si fanno insieme. Se il presupposto di una storia deve essere una rinuncia assoluta, se si parte da un “per amarmi devi odiare questo e quest’altro”, allora non si va da nessuna parte. E poi, siamo seri, io mica posso stare con uno a cui dà fastidio che guardi Sanremo.

E tu ora come stai?

Una schifezza. Lo so che come dite tutti “meglio ora che in futuro” e “ti sei scansata un fosso”, ma la sensazione dominante ora è solo quella del fallimento. Quella di non essere capace di tenermi accanto un fidanzato mentre il mondo intero mette su casa insieme, si sposa, procrea. Poi però ci penso bene e sento che il fallimento non è mio, ma nostro, e che casomai il mio fallimento personale è non riuscire mai a farmi piacere uno “normale”.
Ma intanto la triste sensazione è quella di essermi impegnata, aver investito energia, nostalgia, entusiasmo e fatica e di ritrovarmi solo un manciata di miglia Star Alliance sufficienti appena per un volo in economy in Germania. E un anello che mi guarda triste dalla sua scatolina azzurra. Ma dai diamanti non nasce niente.

E questo è.

 

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