Mentre il treno corre verso sud

26 November 2013

L’autunno scorso prendevo molti aerei. Questo autunno prendo molti treni. La cosa bella del prendere il treno anziché l’aereo è che vedi il panorama fuori al finestrino che scorre, le case lungo il percorso, il pomeriggio che da chiaro diventa scuro. La gente dai treni sale e scende e ti racconta una storia che va da Roma a Firenze.

L’estate è passata da un pezzo, le giornata si stanno facendo sempre più corte e già ho visto i primi alberi di Natale. Comincia a far freddo e io non ho niente che possa tenermi al caldo se non un cappottino troppo leggero.  Giubbotti, cappelli, scarpe, sciarpe, tutto è rimasto in quell’armadio troppo piccolo lassù al nord. Che strano, un tempo in quella casa non c’era spazio per le mie cose, ora le mie cose sono là da sole ad occupare spazio. O chissà.

Ma intanto non fa mica così freddo, questo cappottino basterà per il mite inverno italiano e un po’ di vento non può far male. Serve a sentirsi vivi.

“Asciugati i capelli che sono tutti umidi, ti viene qualcosa” – lui mi dice. Io sorrido e dico “Che vuoi che mi faccia, mi sono tuffata in un lago ghiacciato nella foresta svedese a -15 e e sono uscita per passeggiare nella neve senza asciugarmi i capelli, che vuoi che mi faccia ora questo po’ di umidità”.

Perché è proprio così, come dice Nietzsche, come dice Tiziano Ferro, come dicevano tutti: “ Quello che non uccide fortifica”. E dopo essere passata per il buio di un inverno svedese lungo un anno ora che vuoi che siano i 5 gradi di Milano, l’umidità, i capelli bagnati, essere rimasta senza vestiti.

Che vuoi che sia davanti a questo sole grande e arancione che illumina la campagna toscana mentre il treno corre verso il Sud? Le montagne laggiù hanno già le cime innevate.

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