Come andò a finire la storia dell’anello

1 December 2013

C’è stato un periodo della mia vita in cui la cosa che desideravo di più era un anello di Tiffany (ascoltiamo una testimonianza). Una scatolina verde acqua che sarebbe spuntata da qualche tasca, una proposta a cui dire di sì un po’ ridendo e un po’ piangendo, un anello da fotografare e mettere su Facebook. L’ho avuto. L’ho avuto, compreso di tutto, compresa la proposta in ginocchio e la gente che applaudiva (ascoltiamo una testimonianza). Manco un anno dopo e l’anello era già tornato nella sua scatolina, a dormire nel fondo di un cassetto, dietro i calzini, dietro gli slip. C’è stato un periodo in cui solo a guardare una foto di quell’anello mi veniva da piangere, c’è stato un altro periodo in cui ogni tanto l’ho ritirato fuori e l’ho guardato dicendo “Però è sempre bello, lo potrei rimettere”. Ho provato a infilarlo all’anulare destro, l’ho fatto un po’ brillare sotto la luce e poi l’ho rimesso dentro. Forse un giorno l’avrei rimesso, in fondo stava tornando ad essere solo un bell’anello di Tiffany. Forse un giorno l’avrei regalato a una figlia. Forse un giorno l’avrei trasformato in un punto luce da portare al collo. O forse sarebbe rimasto sul fondo di un cassetto.

Forse. Ma io non lo so che fine farà. Me l’hanno chiesto indietro. Io l’ho tirato fuori dal cassetto e l’ho ridato. In un parcheggio ai lati della tangenziale, per interposta persona. Nel freddo e nel buio di un parcheggio avendo in cambio un paio di scarpe che avevo lasciato a casa sua. Stivaleltti in cambio di diamanti. “Vuoi le cose che hai lasciato a casa mia e che non ti ho mai fatto riavere? Come pensi di ridarmi l’anello?”. Organizziamoci.  Mentre tornavo indietro con la borsa più leggera un po’ mi faceva ridere la storia di questo anello regalato ai giardini di Kensington e restituito ai bordi della tangenziale di Napoli a un intermediario.

Mi sono tenuta la scatolina verde acqua. Me lo sono tenuta perché era bella, perché forse era lei più dell’anello ad essere il simbolo di un sogno. La scatolina di Tiffany come si vede sempre nei film su Canale 5. Me lo sono tenuta per ricordarmi che i simboli senza la sostanza sono soltanto simboli.

L’ammonimento che non basta mettere in scena una scena da film per poter garantirsi l’happy end. E forse il più bello dei finali sta dietro a chi semplicemente dice “Ti vengo a prendere”. Senza grandi gesti, senza troppe scenografie, solo un bacio sempre pronto e una pentola sul fuoco per quando torni a casa tardi la sera.

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