La casa dove ho messo i libri

22 April 2014

In questa casa si sentono le macchine che passano, che scivolano sull’asfalto, una leggera vibrazione quando passa un camion. Non c’ero più abituata. Da anni abitavo in casa silenziose, silenzi di vicoli e di neve e di isole. Dalla veranda di questa casa se ti alzi sulle punte dei piedi si vede un puntino di mare, alle sei del pomeriggio il sole inonda la cucina tra i bicchieri colorati e il tavolo di plastica. Due sedie, solo per noi due, i pacchi ancora in giro, le scarpe allineate contro il muro, i turni della raccolta differenziata da controllare, siamo in un paese nuovo.

Nel soggiorno abbiamo fatto montare una libreria. Prima di riempire l’armadio di vestiti, ho riempito la libreria. Ho tirato fuori i libri dai pacchi e li ho ordinati negli scaffali, in fila per edizioni. Gli Einaudi bianchi di qua, quelli della serie ET di là, i Minimum Fax qui sopra, gli Adelphi vicino ai saggi Laterza. E così eccoci qua, in una casa dove ho portato i libri. In questa casa che ha una scadenza lunghissima, che è la più lunga che abbia mai firmato.

In questa casa nuova ci svegliamo per la prima volta la mattina di Pasqua. Si dice che Pasqua sia una festa di rinascita di nuova vita. L’ennesima nuova vita.

Ho lasciato un’altra casa su un’altra isola. Ho di nuovo infilato tutto in un trolley rosa e ho di nuovo dato un ultimo sguardo commosso all’appartamento e chi si è visto si è visto. Ho di nuovo salutato Capri e di nuovo ho messo su un altro mazzo di chiavi nel portachiavi.

Si dice che Pasqua simboleggi la rinascita. Non lo so, io ho cominciato e ricominciato talmente tante volte che ormai non ci metto più di tanto pathos. O forse non ce lo metto perché quello che voglio ora non è ricominciare. Non voglio una nuova vita. Voglio solo mescolare le nostre vite. I miei libri e i tuoi libri, il mio computer, il tuo computer, i fili che si ingarbugliano sotto il tavolino di plastica traballante, i miei panni sporchi, i tuoi panni sporchi, un unico cestino della biancheria sporca. Questo è quello che ho. Un po’ di libri. Sei bicchieri colorati. Un fazzoletto sporco sotto il cuscino. Spero che basti. Tre parole, un bacio prima di dormire e andrà tutto bene.

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