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Procida. Dove non ero mai stata.

20 July 2015

In 35 anni di vita non ero mai stata a Procida. Dopo che ci sono andata ho capito perché in 35 anni non era mai capitato che ci andassi. Un po’ te la devi andare a cercare Procida. A meno che i tuoi genitori o i tuoi amici non abbiano una casa là. Non c’è granché da fare, sono 3 chilometri quadrati, quindi se hai voglia in una mattinata ti puoi anche fare il giro dell’isola a piedi. Il punto più alto è Terra Murata, 91 metri, capirai, ce la posso fare anche io a salirci.

Ce la potrei fare, perché non ci sono salita: alle 8 di mattina c’erano 33 gradi e l’86% di umidità, la mia pressione era a 18 di minima e 32 di massima. E io che sono una vera travel blogger ho pensato che questa Terra Murata me l’ero già vista da mare. Da dentro me la potevo vedere su Google Images.

A Procida quando siamo arrivati e quello dell’hotel ha visto sui documenti che eravamo di Capri subito ci ha mandato a prendere l’aperitivo in un posto super cool con i lettini bianchi e la musica da discoteca in versione lounge. Come stuzzichini ci hanno portato i bastoncini di carote e cetrioli con la salsa di senape. Cioè, molto meglio del meglio aperitivo di Capri dove non si va oltre noccioline/patatine/taralli buttati in una ciotolina di ceramica con un limone in mezzo che i camerieri della Piazzetta chiamano pomposamente “Il trittico”: E poi sotto c’era una spiaggia di sabbia, la sabbia vera, che puoi camminare sulla spiaggia senza bestemmiare/scottarti/tagliarti/imitare Jucas Casella. Quelle cose che ogni volta fanno impazzire noi gente di scoglio. Allora Procida ci è sembrata un posto fighissimo e c’era pure il vento. Poi siamo andati a cena in questo posto che tutti dicevano che era il meglio posto di Procida, solo che è successo un incidente diplomatico perché nonostante la prenotazione non ci hanno dato un tavolo in prima fila fronte mare. E non ci hanno neanche spostato dopo che abbiamo ordinato astice, gamberoni e cicale di mare mentre tutti intorno si mangiavano la pizza. A seguito di tale affronto si dice che la marina militare di Punta Carena abbia già mandato un materassino imbottito di esplosivo in direzione della Chiaolella.

Poi dopo siamo tornati nel nostro albergo con i copriletto spaiati e le tende sintetiche ma talmente sintetiche che avevi paura ad accederti una sigaretta fuori al terrazzo.

Il giorno dopo abbiamo noleggiato un gozzo per tutta la giornata. Costava quanto 2 ore a Capri.  Abbiamo dovuto girarci i cuscini da soli, non c’era neanche un asciugamano sopra o un poggiatesta e alla nostra richiesta di un po’ di ghiaccio il simpatico barcaiolo ci ha allungato una bottiglia di plastica ghiacciata. E non ci ha offerto neanche il caffè, anche se ci ha spiegato tutto ai tavolini del bar. Abbiamo fatto il giro dell’Isola di Procida e il mare era mare normale, tipo quello dietro al porto di Sorrento e la prima cosa che abbiamo notato è che sul costa vulcanica marroncina spiccavano le cacche di uccelli, invece sulla roccia calcarea di Capri le cacche non si vedono. Oppure c’è un addetto che le pulisce ogni mattina in modo che i selfie dei vip con i faraglioni dietro vengano meglio.

Poi ce ne siamo andati a Ischia, versante sud, dove l’abbinata rocce bianche a picco sul mare, acqua cristallina e ristorante finto rustico con conto stellare finale ci hanno fatto sentire di nuovo a casa. Ah, quei bei conti di 60 euro per duex friterus. Basta che ci mettete in prima fila e ci imbottite di vino con le percoche e ve li daremo con tanta felicità e  in più una bella mancia per il cantante.

La sera siamo andati alla Coricella e lì il posto era davvero bello, potevi fare un sacco di foto alla casette colorate e cercare di ricordare le scene del Postino, non ricordarti niente e far finta di sì. La cosa bella della Coricella è che tutti i ristoranti sono i ristoranti dove è stato girato il Postino e dove mangiava Massimo Troisi. E’ un po’ come il fatto che tutte le ville a Capri sono la villa di Sophia Loren. Anche le ville in Costiera sono tutte la villa di Sophia Loren. O come gli isolotti della Campania che sono sempre quelli di Ulisse e le Sirene. O qualsiasi quartiere sul mare che si trasforma subito in un “tipico borgo di pescatori”.

Alla Coricella abbiamo mangiato in un posto che ci è piaciuto assai perché ci ha messo vicini al mare che quasi cadevamo e c’era la carta dei vini con le bottiglie di rosè  a 20 euro che qua in enoteca ne costano 40. Poi dopo non ci è piaciuto più perché dopo la risalita non c’era neanche un taxi e abbiamo dovuto camminare e prendere un pullman ed era mezzanotte e c’erano 35 gradi e io mi sono lamentata per tutti i lunghissimi 10 minuti che abbiamo aspettato il pullman.

Il giorno dopo i miei colleghi se ne sono andati a Terra Murata, io vi ho già detto che non ce la potevo fare allora mi sono seduta ai tavolini del bar con una Red Bull e ho elaborato la mia opinione su Procida. Che è la seguente:

Procida non fa niente per farsi bella o per piacere. E’ tutto lasciato un po’ così come viene. Per questo dà subito l’idea di un’isola autentica. E per questo io tanti l’adorano. Ed è per questo che gli aliscafi non vomitano sul porto migliaia di turisti al giorno”.

Ciao Procida, tra noi non è scoccata la scintilla. Ma l’ho detto pure dopo la prima uscita con tutti i miei fidanzati storici. Ci rivediamo a ottobre. Col fresco.

 

 

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