Necrosi del pollice destro

22 January 2004

Si sa com’è l’ Erasmus, una festa a sera, un’ avventura ogni giorno…Per esempio stasera abbiamo vissuto un’entusiasmante avventura andando a buttare la spazzatura. Compito odioso, si sa, che fin ora avevamo sempre allegramente evitato contando su Vanessa e Katarina. Ma stasera ci toccava proprio, ci infliamo il giubbino senza guanti e cappello convinte che il cassonetto della spazzatura fosse più o meno dei paraggi. Pia illusione. Scese nell’ atrio ci imbattiamo in una cartina che vorrebbe spiegare dovè la garbage room. E già questa è preoccupante. Se c’è bisogno di una cartina vuol dire che è complicato da trovare. E così è: dopo aver attrversato infiniti corridoi e garage ci inoltriamo nel gelo delle strade di Pasila. Giriamo a vuoto per dieci minuti e mi si cominciano a gelare le mani. Vengo presa dal panico: sento un principio di congelamento alle dita e non so che fare, piena di sacchetti della munnezza come sono. Alda mi salva dalla tentazione di buttare i sacchetti per strada e fuggire nel primo posto chiuso, incomincio a correre cercando di riattivare la circolazione ma nulla, le mie mani ormai sono bianche e rosse. Finalmente troviamo la porta giusta ma io davvero non riuscirei mai ad usare una chiave in queste condizioni. Alda ci riesce, buttiamo tutto senza differenziare e con le mani in tasca corro verso la porta dove si presume siamo uscite, si presume perchè c’è ne sono almeno tre uguali. La statistica ci aiuta e la seconda che proviamo è quella giusta:ma mica è finta qua! Qua viene il bello: risalire dal dedalo di corridoi, cominciamo ad avventurarci e ci sembra di stare in un videogioco, per ogni porta che apriamo c’ è una stanza con altre porte, Alda si fa prendere dal panico e dice di sentire la strega di Blair dietro di lei, io cerco di attivare quel briciolo di orientamento che ho più di lei ma ormai ho perso completamente il conto delle porte e dei corridoi e penso solo a mettere le mani su ogni termosifone che trovo. Alla fine si apre magicamente una porta che da sull’ ascensore. Felici saliamo: arriviamo al settimo piano ma è della scala sbagliata! Di nuovo uscire fuori e correre verso l’ altro portone. Alla fine riusciamo a raggiungere il nostro 31 A ma il mio pollice destro a 4 ore di distanza ancora non si è ripreso. Ok, mamma, so che ora quando leggerai mi farai una cazziata perchè sono uscita senza guanti. Ok, non c’è ne bisogno, ho capito la lezione.

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