On that barch

4 March 2004

Sono sopravvissuta. Alla pizza del signor Alfredo,ai due giorni sulla trombonave, al gelo ventoso di Stoccolma. Ora mi posso iscrivere anche a Suomi Robinson ( il Survivor finlandese).

Con la Alfredo pizza che si espandeva nella stomaco martedì pomeriggio partimmo dalla stazione di Pasila Bole con un gruppo di 25 italiani. Immaginate un gruppo di 25 italiani gasatissimi su un treno finlandese. Roba tra la gita della terza media e il gruppo dell’ oratorio a Pasquetta.Tutti hanno degli zaini da trekking che sembrano debbano partire per la conquista del Polo Nord. Mi aspetto da un momento all’ altro la comparsa del SuperSantos. Scopro che il Super Santos è un mito campano, dalle altre parti si porta il Tango. C’è chi beve Bacardi liscio già sul tram verso il porto. Al terminale della Viking Line arriviamo che stanno scaricando da un’ altra trombonave vecchi finlandesi umbriaconi che trainano carelli di birra. La metà collassa all’ improvviso cadendo sul ghiaccio. Ci imbarchiamo.

La nave come io già sapevo è un misto tra l’ Hotel La Pace e La Sonrisa di Sant’ Antonio Abate. Per chi non conoscesse questi due capolavori di stile sono due alberghi trash per miliardari texani pieni di stucchi dorati e specchi e finiture finto neoclassiche. Siamo in cabine con due greche che io già odiavo prima perchè erano due secchione del corso di finlandese. Una di loro ci fa la prima cazziata perchè lasciamo tre secondi la porta aperta. Ricordatevi questo particolare della timida ragazza. Si parte in esplorazione: perdo il mio ragazzo davanti alle slot-machine e osservo con curiosità antropologia il gruppo degli anziani nel supermercato tax-free che costipano il carrello di superalcolici. Questi bevono davvero molto più dell’ italica gioventù che si ferma a una media di due bottiglie a testa. Noi restiamo due ore dentro al supermercato in mezzo alle bottiglie in preda all’ indecisione. Alla fine andiamo di vodka alla vanilla e martini. Ci riuniamo con gli altri e via al primo aperitivo consumato sul ponte della nave: persi in mezzo al bar baltico, turbinelli di neve attorno, lastroni di ghiaccio e l’ ombra di Moby Dick. Si parte col vino passito seguito a ruota dal martini. La serata continuerà con pina colada, redbull e vodka. vodka liscia, martini vodka, tequila e vari assaggi di cidros, birre e vini e cocktail al bar. Il corridoio degli studenti Erasmus sembra l’ alcolisti anonimi in libera uscita.

Camilla e Raffaele partono per rapide spedizioni sulla pista del ballo liscio dove si esibiscono in due giri e via verso altre spedizioni. Mi metto alla guida di un camion-videogioco, perdo dopo due secondi, comincio a parlare con un inglese e dico “no, because on this barch…” Raf mi porta via. A un certo punto di mi ricordo che oltre a essere ormai ubriaca persa soffro anche il mal di mare. Io sono stata una bambina con lo stomaco di ferro, era mio fratello il bambino vomitello, solo che poi io negli ultimi anni ho cominiciato a soffrire il mal di mare. Ma io fin quando non comincio a stare male non me ne ricordo, perchè sono cresciuta con l’ idea che non soffro il mal di mare. Vado in cabina e mi mettono sul letto con l’ asciugamano fredda in fronte. Mi alzo vado in bagno e vomito. Torno sul letto e mi addormento. Mi sveglio quando tornano le due greche. Mi rendo conto che una della due, la bionda timida, sta con un ragazzo, spengono la luce e cominciano a baciarsi. Slinguazzamenti vari. La situazione comincia a farsi più movimentata. Mi accorgo che anche Raf è sveglio, ci mettiamo a parlare da un letto all’ altro così si accorgono che siamo svegli. Sembra che a loro non interessi molto. Ad un certo punto ecco un inconfonbile rumore di movimento verticale sul braccio. Io comincio a ridere con la testa sotto al cuscino, Raf idem. Pensavo che la cosa finisse qua. No, ora è lui a lei, accompagnato da commenti romantici  tipo “I like to fuck you!”. Ed ecco che cominciano a farlo sul serio. Per fortuna lui soffre di eiaculazione precoce e dopo due secondi finisce tutto. Commento finale “It was great to fuck you. Seriously”. Come se le avesse detto ” Credo di essermi innamorato di te. Seriously.” Ok, ragazzi, avete finito, ora possiamo dormire. No, dopo un quarto d’ ora sti due ricominciano, io ormai sono presa da uno schifo incredibile, non ce la faccio più a sentirli, devo bere, ma non ce la faccio ad alzarmi dal letto con sti due che scopano sotto di me. In un momento di pausa mi metto il jeans e mi vado a bere una spirte fuori. E’ indubbio ormai che hanno capito che sono sveglia. Ritorno a letto e mi riaddormento col solito sottofondo.

Mi sveglia l’ annuncio dell’ arrivo a Stoccolma, mi alzo incazzata come poche e mi lavo e mi vesto facendo un casino incredibile.  Stoccolma è come bellissima, ma fa un freddo boia, con un vento gelido e innevato. Giriamo per il centro e vorrei comprare una spada vichinga a mio fratello ma penso che all’ aereporto mi frebbero qualche problema. Gli altari per il dio Tor e Odino sono troppo ingombranti. Ritorniamo alla trombonave e troviamo la bionda grece che è rimasta in cabina a dormire, poverina era stanca! Le chiedo se prevede di avere ospiti per la notte, lei fa finta di non capire e quando le spiego che non era stato molto piacevole per me sentirla col suo ragazzo comincia a fare “oh, i’m so sorry, pensavo che stessi dormendo. I was a little bit drank!”. Si, si, non te l’ ho fatto capire abbastanza che non stavo dormendo! Cmq partiamo col sano proposito di non bere. Proposito osservato. Ci prenotiamo per il buffet e nell’ attesa ce ne andiamo al finnish karaoke a applaudire l’ esibizione di battone polacche e neomelodici scandinavi. Si fanno le 20.30 e con guerreschi propositi ci buttiamo sul buffet. Mangio nell’ ordine: uova soda, salmone affumicato, pesce non so come con focaccia, ravioli ai funghi, verdure cinesi, cannelloni, paella, polpattine, patate coi funghi, caviale, sogliola all’ acqua pazza, pollo con peperoni e olive, wurstel e patatine al pepe verde. Tutto accompagnato da vino. I due finlandesi nostri vicini di tavolo mangiano wurstel con patate e bevono latte e vino, ruttando rumorosamente e senza ritegno, soprattutto la moglie. Gli altri sozzoni vicino a noi mangiano il pesce bevendo il vino rosso. Usciamo fuori: Raf pausa sigaretta, Camilla pausa vomito. Rientriamo: Raf ci va con la carne, io mi butto sui dolci, mousse al cioccolato, gelato, tiramisù e torta e panna cotta con salsa al cioccolato. Con sommo dispiacere ci accorgiamo che non ce la facciamo proprio più e io mi comincio a sentire male per la nave che balla. Vorremmo quasi chiedere un po’ di domopak per pigliare e portare a casa, ma ci tratteniamo. E riecco Camilla sul letto con l’ asciugamano in fronte. Ci sveglierà la mattina dopo l’ uomo delle pulizie dopo un ora che stava la barca attraccata.

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