Pomeriggio di studio
2 June 2004
Io fondamentalmente sono una studentessa: non una camionista o un’addetta stampa di concorsi ippici. Nel senso che studio, e fin ora mi è anche riuscito abbastanza bene. Non che scienze della comunicazione richieda un impegno sovraumano per andare bene. Basta solo sembrare molto brillanti e un tantino aziendali o alternativi a secondo dell’esame. E un tantino lecchini che non basta mai. Essenzialmente devi saper vendere bene il tuo prodotto. E fin ora l’ ho sempre saputo fare abbastanza bene questo. E mio malgrado sarò una studentessa ancora per poco. Mi piacerebbe essere una studentessa per tutta la vita. Essenziamente ho sempre e solo studiato una o due settimane prima degli esami, tre nei casi impegnativi. Quindi con una media alla buona in cinque anni per 24 esami ho studiato un anno. Per il resto mi sono baloccata in vari modi. Ma capisco anche che non sarebbe la stessa cosa: l’ università è cambiata. giro per i corridoi e non saluto tutti come i primi anni, giro per i corridoi e noto un intamarrimento generale, giro per i corridoi e vedo solo mandrie di frenzole in tacchi a spillo e giacchetta a fiorazzi comprata a sei euro al mercato a napoli. L’ università mi sta distaccando da lei. Comincio a non sentirla più mia, così il distacco sarà indolore. Ma c’è una certa ora, l’ ora in cui i corridoi si svuotano e arrivano le signore delle pulizie che la riconosco: riconosco le nuvole rosa dietro la fontana e in sottofondo le campane dei paesi vicini ( memorie di età beate, saranno mai esistite?) e riconosco la vaga nostalgia che danno i lampioni del parcheggio che la sera sembra un aereoporto. Cammino per i corridoi fra i mucchietti di cicche e cartacce che le signore delle pulizie ammucchiano negli angoli e sento che tutto questo già mi manca…