Alla festa dei gigli

5 July 2004

Fu così che in un caldo pomeriggio di luglio, noto come il compleanno di Camilla, Camilla Raf e Sandrino si mettono in viaggio dopo un luculliano pranzo alla volta di quel di Nola. Il viaggio comincia sotto le migliori insegne con i nostri due che deliziano il povero Sandrino con i loro duetti canori da rakkalaus, canzone finlandese in vero finlandese degli rasmus e something stupid, loro vecchio cavallo di battaglia. Il cognato cade in trance (o fa finta per non vedere come ho ridotto il fratello due canzoni dopo). Puntuale come una zanzara al tramonto ecco il traffico a Seiano. Portiamo pazienza e Donatella Rettore ci accompagna. Già che ci siamo ripassiamo anche il balletto di cicale cicale ( special thanks to felice per i suoi magici cd). Passata Castellammare ci incamminiamo felici sull’A3 che il vicolo colli-trasaelle somiglia di più a un autostrada. Passiamo Napoli e fiduciosi ci incamminiamo sulla caserta-roma mentre i ringhiera cnatano l’ estate sta finendo. Tutto procede a meraviglia: le indicazioni combaciano. Passiamo Pomigliano, passiamo Caserta sud, passiamo lo svincolo per Salerno incantandoci davanti al meraglioso Mercatone Uno, passiamo Caserta Nord. Al che Camilla pensa: ” ma se Nola è in provincia di Napoli non dovrebbe essere dopo Napoli e prima di Caserta? Obiezione giustissima, confermata da rapida telefonata in quel di Nola. Dovevamo prendere lo svincolo per Salerno. Ok. Usciamo e rientriamo. Dov’ è la prossima uscita? Dopo 20 km ecco Capua. Usciamo. Giro per ritrovare l’ imbocco. Rientriamo. E zac. Sbagliamo direzione. Punto e a capo. Stiamo peggio di prima. Prossima uscita Caianiello. Cominciamo a vedere cartelli per Isernia e Campobasso. Cominciamo a preoccuparci. Cominciamo a pensare che non arriveremo mai a Nola. Comiciamo a pensare che è meglio a questo punto andare a Roccaraso. O a prendersi un caffè a Roma che tanto si porta. Beh, alla fine, Motel Connection che pompano usciamo a Caianiello e miracolosamente rimbocchiamo la giusta direzione dopo aver collezionato 4 biglietti di caselli. Attaccati al telefono seguendo le istruzioni prendiamo finalmente lo svincolo giusto. Grande svincolo dove Iridella per la prima volta nei suoi 4 anni di vita raggiunge la folle velocità di 150 km all’ ora. Usciti a Nola, dopo 4 ore di viaggio ci piazziamo fuori al casello aspettando Felice che ci guidi nei magici meandri di Nola e ci faccia parcheggiare. Ma ecco che mentre riprendiamo l’ uso della gambe un furgone arancione ci viene addosso bussando. Nenache il tempo di dire ” ma chi è questo invasato?” che dal furgone escono Antonio e Maria. E’ sempre bello trovarsi per caso fuori al casello a Nola. Ecco che arriva anche la nostra guida locale che subito ci conduce alla prima tappa, ovvero casa Addeo dove tra l’ arredamento molto sobrio ci viene offerta la torta della mamma di Felice, torte anche esse note per la loro sobrietà. Non si offenda il mio ragazzo e i suoi tanto raffinati desserts, ma le mie preferite sono le torte della mamma di Felice, che meglio si adattano ai miei così delicati gusti. Credo che il segreto sia nella ricotta. Così, dopo questo leggero spuntino, ci avviamo alla festa. La guida ci spiega anche tutta la storia e il significato culturale ma io ero troppo impegnata a sbavare davanti alle luci del luna park. Addentrateci per Nola mentre noi soliti tamarri ci azzeccavamo con le bancarelle ecco il primo giglio, un coso enorme con un bordello di gente sopra che mi faceva pure un pò paura. Tutto attorno gente affacciata ai balconi con appesse banciere con su scritta “Viva San Paolino” . Ecco che alzano il giglio. Il pennacchio comincia ad ondulare. Io sono sicura che da un momento all’ altro mi cadrà esattamente in testa e morirò. Non mi cade in testa. L’orchesta sopra comincia a suonare Turn me on. In onore di San Paolino direi. Cominciano a camminare. Io non me lo vorrei far passare accanto nel vicolo largo due metri. Ma tant’è, mi asicurano che non può succedermi niente. Ma tant’è, io mi schiaccio dentro a un portone mentre mi passa davanti questo coso con sotto centianaia di persone invasatissime sudatissime e tutte rigorosamente con il bitorzolo sulla spalla che più è grande più è un onore. Una cosa da paura. Bellissimo. Altro giro per gigli con Pasquale e poi i tamarri della situazione, cioè la famiglia Iaccarino, se ne va sulle giostre. Visto che non siamo più giovani ci limitiamo a una ruota panoramica da vecchietti e a un tunnel dell’ orrore da bambini, ma è sempre affascinate vedere gli altri che vomitano sulle centrifughe. Un bel panino dal suzzuso a Nola che aveva il porco vero e imbalsamato e esposto fuori conclude degnamente la serata. Ci avviamo sulla via del ritorno. E non è vero che il ritorno è sempre più lungo dell’ andata. Abbiamo ingarrato tutte le uscite e ci abbiamo messo un’ ora e mezza. Guidava Alessandro al ritorno ( ehm…ma questo non vuol dire che l’ inceppata sia io ^_^)

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