Camilla e il Canadese

26 July 2004

Con animo molto lieto quindi sul far delle 9.30 mi avviai a prendere queste canadese mugugnando ruminado e bestemmiando anche perchè sulla strada mi accorgo che mi funzionano solo le luci di posizione. Il caro Vincent scende dichiarandomi subito che lui stanotte vuole fare tardi. E io : ” caro mio, ma proprio la serata che stai solo con me ti deve venire la fantasia di ritirarti tardi?”  Rassegnata al triste destino cerco di non giocarmi tutte le mie carte subito tirandola alla lunga: giretto per vico, birretta al bar in piazza con supporto della parentela che seppur animata di buona volontà non riesce ad andare oltre a un ” do you like italy”. Per fortuna almeno sembra gradire il pianobar neomelodico. Penso che un’ ora di intalliamento sia il massimo che un canadese possa sopportare e così alle 22.30 me lo porto giù Seiano. Giretto lungo sulla spiaggia, joint for me per continuare a reggere la serata e only one puff per lui. Ma mica siamo due lover che possiamo starcene tutta la sera sulla spiaggia al buio così devo proprio giocarmi l’ ultima carta e portarlo al ” caffè del mar” dove alle 11 la situazione però è ancora mortissima. Mi faccio un tequila e liquore al caffè, sempre per continuare a reggere la serata e intanot già sono all’ ottava sigaretta della giornata io che abitualmente non fumo. Non so più cosa diavolo inventarmi per parlare: del mestiere di mio padre, delle usanza culinarie del Canada, dei gossip di Junailiankujia…Mentre succhio il ghiaccio alla tequila del cocktail mi cominciano amancare letteralmente le parole, non riesco più a ricordarmi più neanche come si dice ” soffitto” e comincio a dimenarmi come una derviscia sul muretto del molo. Basta, decido che è ora di finirla e chiamo Alda. Alda mi dice che là la situescione è ancora lunga e al max la possiamo raggiungere a Sorrento. E così mi rimetto in macchina e a forza di abbaglianti e relative bestemmie dall’ altra corsia arrivo a Sorrento. Aspettiamo un quarto d’ ora davanti all’ albergo ed eccoli qua. Li guardo e vedo la salvezza. Di Maio subito si fa riconoscere lanciandomi in una presa alla Saranno Famosi che manco Kledi e Anbeta, e poi acchiappa a Vincent e comincia a fare ” Vicìe! Ma tu ‘ e appizzat già in Italia? Ta si fatto fa na spagnola? Nun capisci? Fusco traslate al cacciottiello qua!” E ha continuato a parlare in stretto napoletano per tutta la serata con Vincent che lo guardava sconvolto e dicendo ” Bellissimo! Magnifico! Amico mio!”. E visto che non esiste che vedi Di Maio e lui non ti porta a bere siamo andati nel nuovo locale postmoderno le plus chic di Sorrento. Bianco e alluminio con luci blu. Arredamento in plexigas. Figone da pubblicità della Omnitel sedute su divani bianchi, vassoi con cerchi di luce fosforescenti sotto. In questo ambientino casareccio e familiare  Di Maio fa un brindisi con Vin in onor della cecca (che noi ben pensiamo di tradurre con “kippis vittu”, in finlandese, al posto di ” cheer to the pussy”, per non sconvolgere le stangone americane vicino a noi.) E poi tutti e due a scolarsi il grappino in una botta sola. Ora: o è rimasto traumatizzato per sempre sulle usanza italiane o ha trovato un nuovo migliore amico. Anyway stamattina si va a Positano con la barca. E in tutto ciò sto spendendo una barca di soldi. Ma vedi un pò tu…

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