Caterina va in città

25 November 2004

Ieri poi per la serie film che è meglio che mi veda ora che sono sola, ho preso Caterina va in città. E mi ha fatto molta tenerezza. Tenerezza per riconoscere Camilla 14enne in Caterina. A 14 anni anche io ero normale-sfigata con addosso ancora i vestiti da bambina. A 14 anni arrivai nella quarta ginnasio del liceo classico publio viriglio marone coi pantaloni a zompafossi, le camicette larghe coi colletti tondi e gli animaletti ricamati e il cerchietto di velluto nei capelli mentre le mie compagna di classe erano già con la maglietta della onyx che le scopriva l’ ombelico. Nella mia classe perà non c’era la differenza tra perete e punkbestia. Erano tutte perete cariche di soldi. E avevano già soprannomi come “la cantante” e “la gelataia”. Si fumavano gli spinelli nel bagno. Una volta due di loro mi vennero a bussare un pomeriggio dicendomi ” Ciao, noi andiamo a zoccoleggiare in piazza Cota, vuoi venire con noi?”. Erano perfide. Mi chiedevano sempre dove avessi comprato qualche mio capo di abbigliamento particolarmente da soggettona come le scarpe a polacchina o il giubbotto blu lungo fino alle ginocchia. Con gli anni ho incominciato a imperetirmi anche io e poi a passare per la fase punkbestia e ancora pereta…ma questa è un’ altra storia. Io non lo so se mo’ sono più pereta o punkbestia, però certo non sono più una soggettona sfigata. O almeno lo sono solo dentro.

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