Love kills

1 April 2005

Quando avevo 18 anni, e sembra molto tempo fa e non lo so se sia davvero molto o poco, amavo particolarmente una frase di Oscar Wilde che diceva:” Ognuno uccide quello che ama”. La tenevo scritta sulla copertina del diario e ne aveva fatto il mio motto. Quando ho smesso di amare il mio primo amore ho smesso di credere a questa frase e arriccio anche un po’ il naso davanti a Oscar Wilde e soprattutto davanti a chi gioca a fare il decadente. Categoria che mi è venuta ampiamente a schifo.

Ma questa frase non la riesco a falsificare completamente, in un modo o nell’altra sfugge da qualche parte e me la ritrovo in cento sfumature. E’ come il distacco e quella specie di repulsione che mi prende, a periodi, verso ciò che produco. Non comprare il giornale dove io ho scritto un articolo perché mi imbarazza leggerlo, non aprire il mio blog perché mi imbarazza vederlo, il fastidio nel rileggere ciò che scrivo per correggere gli svarioni, la paura nel leggere le risposte alle e-mail.

E mille piccoli blocchi per non mettersi in gioco completamente, per evitare le prove, per creare distacco. Un rifiuto delle mie oggettivazioni che mi prende a momenti e mi rende complicate, a volte, certe minime incombenze. Come aprire ora splinder per pubblicare ciò.

Ognuno uccide quello che ama, ognuno uccide se stesso, ognuno uccide cento piccoli possibili se stessi, cento volte, ogni giorno.

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