Volevo essere come Audrey Hepburn

2 October 2005

C’è una fase nella vita di ogni giovane fanciulla in fiore in cui ella decide di abbandonare lo stile punkettone-trendycool-pescoacasodallarmadioprimaditirarsulepersiane per diventare una giovin signora dall’eleganza sicura e raffinata. La giovin fanciulla guarderà quindi con occhio attento le figone dei servizi pulbi-redazionali di Cosmo che incedono per i corridoi del loro ufficio super-trendy con addosso un delizioso taiullerino in misto lana e tacco 12. La giovin fanciulla allora decide che è giunto proprio il momento che il suo guardaroba faccia il salto di qualità, ora che è dottoressa e brillante stagista di un giornale economico. Ma la nostra, nella sua dichiarazione di intenti, trova due tipi di ostacoli. Endogeni ed esogeni.I fattori endogeni vanno ricercati nell’ambiente esterno. Il primo giorno di lavoro si è immediatamente resa conto che non tutti gli uffici sono come nelle pagine di Cosmo, e non tutte le giornaliste vanno a lavoro in tiro come la direttrice di Vogue. Tale constatazione è stata accolta con sollievo. Diciamo, sarebbe stata dura presentarsi ogni mattina issata su un paio di Manolo Blanket (che poi tu un paio di Manolo B. non lo hai mai avuto, ma questo è un altro discorso).Inoltre la mia postazione di lavoro è ubicata in un delizioso solaio con vista sui tetti di Napoli. I miei unici contatti con la redazione sottostante sono via telefono e via mail. Le uniche persone che mi vedono sono i guaglioni del bar che mi portano su cappuccini brioche redbull. E per far colpo su di loro basta allungargli più di 50 cent di mancia..I fattori di tipo esogeno invece sono quelli di tipo interno. Ovvero. Mettiti un sabato pomeriggio in giro per i negozi alla ricerca del pantalone della perfetta stagista. Il pantalone non deve essere eccessivamente a vita bassa, ma neanche a vita ascellare. Non deve essere di jeans ma manco quei cosi di lana che poi pizzicano. Deve essere classico ma strizzare un occhio alla moda evitando l’effetto vecchia signora. Impresa disperata. Ai miei occhi cadevano solo gonnelline frou-frou e deliziosi cappottini di lana. In realtà dentro di me sapevo benissimo che avevo bisogno di un pantalone nero, ma sapevo altrettanto bene che non sarei mai stata capace di comprarmi un semplice pantalone nero che non avesse almeno una cinta in raso rosa e una spilla di perle e cammei appuntata sulla tasca. Trasgredendo così alla prima sacra regola del dossier“ Le regole d’oro dell’eleganza” in edicola questa settimana con Donna Moderna. Regola che dice:” Resistere alla tentazione di comprare l’oggetto del momento preferendo quello un po’ più classico.”Ma la cosa più difficile per una giovin fanciulla nel pieno del delicato processo di creazione della propria eleganza è resistere alle tentazioni del low-cost. Resistere agli stand “tutto a 10 euro” con magliette in lycra dai colori pacchiani e irresistibili. Resistere alle borsette da 5 euro che sembrano aver scritto su “sono stata fabbricata in Cina e comprata al mercato a Poggioreale”. Resistere alle scarpe dai colori improbabili a 25 euro che sai non metterai mai.Comincio a rassegnarmi all’idea che assomiglierò sempre di più a Courtney Love piuttosto che a Audrey Hepburn.

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