Nascono inoltre speranze che non si sanno dire

12 October 2005

Mettiamo che sei un fan dei Beatles. Che hai tutti gli lp, tutti gli acustici, tutti i live e pure i dvd. Magari anche i pupazzetti dei Beatles. Come Ned Flanders. E sai che i Beatles non faranno mai una canzone nuova. Però poi a un certo punto da qualche archivio spunta fuori un vecchi pezzo mai pubblicato. E un giorno tu lo trovi su Emule. Hai una nuova canzone dei Beatles da ascoltare. Un piacere inatteso. E unico.Oggi alla Feltrinelli in una raccolta ho trovato un racconto di Buzzati che non avevo mai letto. Mi sono incastrata in un divano e ho masticato lentamente ogni parola. Hanno risuonato di nuovo quelle corde nel cervello. Quelle corde che suonano solo quando leggo Buzzati. Avevo tredici anni. Lessi per caso un suo racconto E capii tutto. Seppi dare parola a quelle vaghe emozioni che mi si agitavano dentro. C’era chi aveva provato la mia stessa identica sensazione guardano le nuvole che scendono dal settentrione, i romanzi che escono dagli sconfinati casermoni di periferia, dai treni fuggenti. E l’aveva raccontata esattamente come avrei voluto raccontarla io ( le parole sono sentimenti e ogni sentimento non è altro che la sua comunicazione, mi avrebbe insegnato Ronald Barth più tardi). In sei mesi avevo letto tutto quello la sterminata produzione di Buzzati, ogni romanzo, ogni racconto, ogni articolo del Corriere. Lo rileggo spesso. Ogni tanto la sera nel treno ripeto sottovoce Inviti Superflui imparato a memoria nell’estate del 93. E oggi ho trovato in una raccolta un racconto, tre paginette, che non avevo mai letto. La stessa vibrazione dell’estate del 93.Dopo tale momento culturale ora vorrei però proporre il divieto di seduta ai ragazzi che fanno filone a scuola e occupano i preziosissimi, e sempre pochi divani, solo per dormire. Sono un affronto alla più grande invenzione del marketing letterario:il divano feltrinelli.Detto ciò aggiungerei una menzione d’onore al crocchè feltrinelli. Un po’caro ma degnissimo. Promossa anche la torta ricotta e spinaci.Nota da aggiungere alle cose positive del mio lavoro ( a parte fare quello che volevi fare a sei anni, frase karmatica che mi ripeto a ogni suono di sveglia): a Piazza dei Martiri ci sono sempre le spose che si fanno le foto. Con invitate al seguito. E quindi rappresenta un ottimo osservatorio del trash partenopeo. Medaglia d’oro all’invitata di oggi che aveva pensato bene di guarnire la sua taglia 48 con un tubino di lurex dorato. Un ferrero rocher praticamente.Nota tecnica: credo che i commenti non funzionino. Per insulti, segnalazioni e proposte di matrimonio (solo d’interesse): drinkpopATgmail.com

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