Un venerdì sera nella Sorrento bene

19 November 2005

La mini cupper che ci precedeva nello stretto vicolo verso il locale ci avrebbe dovuto far capire molte cose. Nicola l’aveva detto subito: “guagliò, qua stanno con le mini cupper, addò ci stiamo arrisicando, jà, gira e iammuncenn da Michelangelo” (bettola ricavata dal piano di sotto di una salumeria dove l’umido fa crescere i funghi sui muri e dove il bar non ha manco l’amaretto di Saronno), Cmq, no, io non ho nessuna intenzione di girare e tornare indietro .Dobbiamo andare da Fidelio e da Fidelio andremo. Il primo sbarramento alle porte guarda un po’ schifato la mia matiz tutta ammaccata e chiede “ Ragazzi, l’ingresso è limitato, potete entrare solo se siete nella lista.”Camilla dal sediolino a fianco al guidatore dove era stata piazzata essendo troppo sconvolta per guidarela pop-car già all’andata guarda il tipo e comincia a fare: “ siamo nella lista di Conny, sono la cugina, cacchio, non mi vedi che sono tale e quale? Da piccole ci scambiavano sempre per gemelle!”. Il tipo resta dubbioso ma ci fa passare. Che poi è vero che io e conny siamo tale e quali solo che lei è la cugina buona e io sono la cugina sbandata, o almeno fino ad adesso è sempre stato così, ma ora è lei che tiene il locale con il nome di un puttanaio e con i letti a baldacchino piazzati dentro, mica io che ogni mattina mi alzo presto per andare a lavorare, io giovane stagista tartassata durante la settimana in cerca di un po’ di sano divertimento il venerdì sera. Purchè sia sano, intendo dire, una pizza con gli amici e una coca-cola, al massimo una canzone al karaoke. Io al karaoe canto sempre Brivido Caldo dei Matia Bazar ( non è assolutamente vero sia chiaro, nella mia vita non ho mai cantato al karaoke, neanche nelle peggiori ubriacature e la coca cola manco mi piace). Cmq eravamo rimasti al parcheggiatore che fa passare questa macchina con dentro una ragazza completamente svanvolata che si preme un cubetto di ghiaccio avvolto in un fazzoletto sotto gli occhi per riuscire a recuperare uno sguardo sano e sostenibile e questi tre tipi che hanno tutta l’aria di essere i suoi violentatori tra cui uno strano ceffo che indossa un cintura di glitter argentati con perline degli indiani navajo e piume nei capelli. Entriamo nel villone e il mio primo pensiero è “ammazza, si è fatta i soldi mia cugina”! Il locale è come quelli che si vedono negli opuscoli: “guida al cosmo divertimento: 100 indirizzi dove cuccare con le amiche e incontrare mr right.” Divanetti bianchi, luci rosse, un letto a baldacchino piazzato in mezzo al locale. Lounge, molto lounge, pure troppo. Sguardi di odio saettano dagli occhi di quei tre grezzoni dei miei accompagnatori, ma quelli non sono in grado di apprezzare la chiccheria dei posti dove li porto, Io donna di classe attenta a tutti i trend più fashion dell’autunno 2006, una persona giusta che frequenta i post giusti. Invece di ringraziarmi. Ovviamente la prima cosa da fare appena entrati in un locale e guardarsi attorno per vedere chi si conosce ed andare a salutarlo platealmente. Voglio dire, non sei nessuno se entri in un locale e non cominci a gridare da un angolo della sala a all’altro: “ Stronza! Anche tu qua?” E lei di rimando: “Troia, da quando tempo!” e lasciarsi in un abbraccio lesbo-soft al centro della sala. Il lesbo-soft è un trend intramontabile penso. Beh, cmq non ci sta nessuno che conosco, però conosco il barista. E non c’è conoscenza migliore se non il barista. E così dopo un paio di giri comincio a sentirmi nel mood giusto e a baciare e abbracciare amiche di treno delle 8 e 27, compagni di tram n1, amiche del cuore con cui non parlo da mesi. Bello, bello, bello. E finalmente arriva la compagna Alda Fusco, con cui esibirmi anche io in un abbraccio lesbo-soft. E ho anche un amichetta per andare in bagno. Intendiamoci, io sono capacissima di andare a fare pipì da sola, ma se vai a fare pipì da sola le altre ragazze in bagno ti guardano come se fossi un’appestata, una poveretta che non ha manco un’amica per andare in bagno. E poi la condivisione della pipì, la ritirata strategica in bagno è uno dei momenti saldanti delle amicizie femminili. Beh, cmq i tre uomini si sono dispersi e io mi faccio una ballata con l’amica Fusco che era dai tempi del Lost&Found dell’inverno finlandese che non me la facevo. Anche se i maniaci finlandesi, quelli che ti si mettono dietro al sedere mentre balli e incominciano a dimenarsi come dervisci in amore, battono 2 a 0 i maniaci italiani. Ad un certo punto qualcuno mi viene a prelevare in mezzo alla folla, pare che ce ne dobbiamo andare. Io comincio a strepitare che mi sto divertendo e non ce ne possiamo andare, ma mi accorgo che non mi esce la voce. Cacchio, ho fumato come una cessa oggi, penso, ma non è colpa mia. E’ colpa di chi si vuole fumare le sigarette con me. Ma questo è un altro post. Per farlo breve non posso più parlare, ho bisogno di un altro drink. Altro drink e provo a lanciarmi nuovamente in pista, ormai completamente fusa. Credo di avere però leggeri problemi di equilibrio. Due braccia pietose mi prendono e mi accompagnano in macchina mentre io continuo a strepitare con la stessa voce di un novantenne che si fuma da settanta anni due pacchetti di Ms al giorno: “Ma mi stavo divertendo! Voglio restare” Il resto sono io che vomito sbagliando clamorosamente mira e mia mamma che mi sveglia col cazziatone. Ma tanto lo sanno tutti che io vomito anche se rido troppo dopo aver mangiato. Quindi non ero assolutamente ubriaca. Ero solo stanca per il troppo lavoro della settimana, ecco.P.S. Non ho alcuna intenzione di rileggere i post che scrivo, quindi declino ogni responsabilità per errori e svarioni vari i sensi della legge 679/2003.Parental advisor: questo post rappresenta pura invenzione letteraria.

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