Viaggi e miraggi

5 December 2005

Tre ore di viaggio ogni giorno, due di treno, una di tram. Materiale per scrivere, dicono. Tempo per leggere, dicono. Spazio per pensare, dico. Sempre seduta dal lato del mare. Sempre con la sciarpa spruzzata di chanel n5 perché io sono multietnica ma gli zingari puzzano. Sempre col le cuffiette infilate nelle orecchie per sentirmi come in un video di brit-pop. Immagino i video delle canzoni, abbasso il volume ascoltando le conversazioni attorno a me. Faccio amicizia con le vrenzole napoletane che vanno a fare i servizi dalle signore e parlo male del governo col vecchietto. Il venerdì sera leggo Vanity Fair e il viaggio è più corto. Il treno del ritorno è il peggiore, ogni fermata un sospiro. Ogni sospiro un pensiero. Uno sguardo alle finestre illuminate ai lati dei binari, un occhiata al cellulare. E’ quasi Natale e nei riguardi luminosi degli immensi casermoni si accendono le luci degli alberi. Nostalgia di natali lontani (saranno mai esistiti?). Chiudi gli occhi e sogna. Siamo solo a Torre del Greco. Un treno del ritorno ha senso solo se c’è qualcosa da ricordare e di cui sorridere al tuo riflesso nel vetro.

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