L’altra metà del cielo

30 July 2006

Un contratto di stage su due si trasforma in un contratto di lavoro. Lo dicono le statistiche che citano sempre i difensori della Legge Biagi. O meglio della Legge 30. Non è facile venire a sapere che tu fai parte dell’altra metà. Non è facile venirlo a sapere quando per responsabilità e numero di ore di lavoro sei ormai uguale agli altri, quando distinguerti c’è solo quell’ st. prima del cognome dell’indirizzo e-mail invece della prima lettera del nome, così quelli all’esterno pensano tutti c-e io mi c-iami Stefania. E io a spiegare che no, st. sta per stagista allora il sindacalista, l’imprenditore, il politico, l’addetto stampa si fa una risata e mi dice “ Allora in bocca al lupo”.Sì, il lupo mi ha già mangiata e digerita. Con un delizioso ruttino finale.E tutto il bosco intorno a fare “tu sei troppo brava, qua dentro eri sprecata”, “vedrai, si chiude una porta e si apre un portone” “ tanto a settembre mi licenzio anche io”, “ non prenderla come un giudizio sulla tua persona, è stata solo una necessità di budget aziendale”. Facile dirmi quanto di meglio e di più adatto alle mie straordinarie potenzialità si possa trovare in giro con un contratto a tempo inderminato in tasca.Oh si. Avete ragione tutti. Ripete tutti in coro “ Sei carina, sei giovane, sei intelligente, potresti avere il mondo ai tuoi piedi”. Peccato che di me al mio di mondo non gliene fotta niente.Facile per me darvi ragione, alzare le spalle e sorridere dicendo “tanto me lo aspettavo”, “tanto l’economia non fa per me”, “tanto già avevo cominciato a mandare curriculum in giro”.E così dopo un anno si ricomincia.Io sorrido quasi sempre. Quando non lo faccio mi chiedono che cosa c’è che non va.E questo è quanto.

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