The awful sound

8 November 2006

Bang bang you shot me down Bang bang suona la sveglia nel gelo grigio azzurro delle sei e trenta del mattino. Il fruttivendolo è già al lavoro nel negozio di fronte a sistemare le cascette e si sente la scopa della signora delle pulizie nel vialetto. A me sembra di aprire gli occhi nell’alba dei tempi quando il mondo ancora non era stato creato. Mi stropiccio e penso che alzarsi la mattina presto ogni giorno sia il modo in cui dio ci fa scontare il peccato originale. Faccio fare l’acqua così calda che quasi mi scotto e mi cancello con cipria e fondotinta. Giro cercando cose mentre giro mi scordo cosa sto cercando. Mi fermo in mezzo al corridoio a guardare il rigo nero tra le piastrelle. 7.16. Il treno passa tra quattro minuti. Afferro il cappotto e mi butto in strada con in una mano gli orecchini e nell’altra il lucidalabbra. Penso che non ho preso il cellulare. Ricorro sopra e mi chiamo dal telefono di casa per trovarlo subito. La borsa vibra. Ricorro giù mando un bacio al fruttivendolo e corro su per le scale della stazione mentre la lucina del treno in arrivo lampeggia. Mi butto vicino a un finestrino e il mondo intorno è pieno e affollato. Lavoratori veri, quelli delle 7.20. Non i cialtroni delle 9.07 a cui ero abituata io. Mamme impiegate che la sera prima dopo aver lavato i piatti della cena hanno preparato il pranzo ai figli da riscaldare all’una. E ragazzi di scuola con lo zainetto e la cartellina per i disegni che fumano di nascosto sulla stazione. E io ho ancora un’ora di alienazione permessa prima di. ( continua… ) ( forse…)Bang bang, i hit the ground.

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