Memorie del pomeriggio

3 February 2007

La palestra era grande e luminosa, con tutta una parete di vetro. Era quella della scuola elementare Gigliola Fiodo e tua mamma ti ci accompagnava ogni pomeriggio tenendoti per mano. Non era lontana. Bastava attraversare la piazza del paese e il Corso Italia. In autunno calpestavi le foglie cadute dai pioppi di via aniello balsamo facendole scricchiolare, in primavera quando uscivi era ancora giorno e a volte ti veniva a prendere papà. Come quel giorno che avevano appena messo l’ora legale allora lui per spiegarti che cos’era ti portò a vedere la meridiana di Villa Potenza.Tua mamma ti aveva iscritto in palestra perché diceva che dovevo fare esercizio fisico per crescere sana e forte, altrimenti mi sarei rovinata la schiena a stare tutto quel tempo a leggere e poi ero troppo chiusa e aggressiva e superba. Dovevo socializzare con le altre bambine. Allora mi comprò una bella tutina di felpa rosa e mi iscrisse alla palestra comunale. Io prima di andare mi infilavo sempre la felpa dentro i pantaloni perché così la portavano nei cartoni animati e lei a forza me la tirava fuori. La palestra non mi dispiaceva. Durava un paio d’ora. Durante la prima c’era una divisione sessista degli uomini e delle donne. I maschi fuori a giocare a calcio, le femmine dentro a fare cose da femmina. Che potevano essere: corde e nastri, e c’era sempre la guerra a chi si prendeva il nastro, il salto della cavallina, palla avvelenata, il gioco del fazzoletto, le posizioni della danza classica alla sbarra, la spalliera, Io odiavo solo la pallavolo. E tutti i giochi con la palla. Ho sempre avuto forti problemi col le operazioni di recupero della palla. E odiavo il momento della composizione delle squadre: i due capitani che scelgono i componenti e io che rimango per ultima sulla striscia bianca di scotch attaccata alla gomma nera del pavimento a guardarmi la punta delle scarpe superga. Quando fuori si fa buio rientrano i maschi e allora si fanno gli esercizi tutti insieme: a correre intorno al perimetro della palestra, saltelli gambe unite e gambe divaricate, un due un due. Prendete i tappetini che si fanno gli esercizi.A casa mi aspettava un panino san carlo con la nutella e l’aranciata.

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