2 February 2008

Prima di tutto, sono lieta di comunicarvi che la dieta povera di carboidrati funziona. Sono sotto i sessanta e metto ijeans che non mettevo da un anno. A pranzo mangio riso, cerali, farro e altra roba per galline con le verdure, la sera carne o pesce con verdure. Barrette alle fibre 77 kl negli attacchi di fame e il sabato spaghetti con le vongole a pranzo. La domenica carboidrato libero.Tanto sto bene, che, approffitando subdolamente del mio stato dietetico, ieri sera che fu pensarono bene di portarmi al ristorante macrobiotico.Premessa. Chi è di Napoli conoscerà sicuramente l’ex-Arcobelano Fiammeggiante o ora Sorriso Integrale. Eccolo. Diciamolo chiaramente. Io quel posto lo odio. Cioè. Mi piace solo quando sto a dieta e non posso mangiare la pizza. Odio la gente che mangia e dice “uhm, senti che buono, il sapore vero delle patate!”. Ecco, io ogni volta che qualcuno attorno a me dice, senti che buono il sapore vero” in quel momento sto pensando che se quelllo è il sapore vero io preferisco il sintetico. Odio i pacchi di riso appessi alle pareti coltivati da indegeni del Sud della Thailandia seguendo i principi dell’agricoltura biologica e del coorporativismo sociale con il campo orientato a Sud seguendo le regole del feng-shui. Odio la parola “chakra” (o come si scrive, sicuramente il saccente di turno me lo dirà nei commenti) e per tutta la vita voglio tenermi i miei chackra bloccati. Odio l’artigiano in legno povero e i gioielli etnici. Ma fatte tutte queste premesse io sono una che si adatta e gradisce la verdurina biologica che le permette di uscire a cena senza sensi di colpa.Cmq. Il fatto era partito che si doveva andare al giapponese. Molto felice. Il sushi fa meglio ancora della verdurina biologica e contiene ancora meno sensi di colpa e più omega tre. Ristoranti giapponesi tutti pieni. Andiamo al macrobiotico? Andiamo al macrobiotico. Somma gioia del ragazzo natur-geek che non tocca né carne né pesce né cozze dall’età di anni tre. Ma al chè:“No, Albè – si sente dal sediolino di dietro- lasciami qua che a me il macrobiotico mi fa troppo schifo, vado a mangiare a casa e ci vediamo dopo”. E l’amico abbandonà la comitiva alla sola parola macrobiotico”. Io faccio: “Albè, ma che è sta macrobiotica esattamente?” E lui: “E’ una sottocartella del vegetarianesimo, loro non mangiano latte, formaggi, uova e zuccherri raffinati” “ E che se magnano?” “Cereali, farro, miglio, alcuni tipi di verdure ma non le patate e le melanzane, per esempio”. Poi qualcuno mi dovrà spiegare cosa hanno fatto le povere melanzane per non essere degne.Cmq. Arriviamo a sto centro culturale per la diffusione della cultura macrobiotica nel mondo. Appena entri le solite cascettelle di legno con dentro le verdure dell’orto (come se non venissero pure loro da Marigliano) e gli scaffarli con il riso, i cereali e le marmellatine biologiche. E fino a qua. Ma qua si raggiungono vette elevatissime: assorbenti biodegrababili per non inquinare il mondo con venti assorbenti lines seta ali al mese che in più hanno anche la cartina di plastica, dentifrico all’argilla per un alito più fresco, shampoo alle olive per capelli morbide e lucenti. Alle pareti cartelli intimidatori che invitano “qualora si possedesse un telefono cellulare” a lasciarlo spento, a “moderare il linguaggio” , a “lasciare fuori le idee moderne”. Un po’ impaurita mi siedo e ordino quelle che ordinano tutti gli altri. Quando il cameriere con il papillon rosso mi chiede cosa voglio da bere non so proprio che rispondere. Ho paura di fare brutta figura chiedendo una birra. Dico acqua. Mi chiede “a temperatura ambiente o di frigo?” Dico ambiente perché mi sembra più macrobiotico. Gli altri berranno thè caldo e succo di mirtillo. Ora dico, ragazzi, io vi voglio bene, per piacere, ammettetelo che vi siete bevuti quel thè caldo sopra il mangiare solo per fare i tipi buoni al macrobiotico. Niente riuscirà a convincermi che davvero vi piaccia il thè caldo bevuto sopra la zuppa!Cmq. Mangio una cosa liquida che aveva un vago sapore di non c’è male e un piatto di riso e verdure misto. Buono. Ma poi, non lo so, chi mi ha cecato, mi piglio il dolce. Ora Camilla. Come hai mai potuto pensare che potesse uscire un dolce decente in un posto dove non si usano latte, uova e burro? Arrivano certe palline di cioccolato. Amica di fronte “che buone, il vero sapore della cioccolata”. A me, non lo so perché, danno solol’impressione di un sapore sanguinolento. Per la prima volta nella mia vita lascio un dolce al cioccolato. E cmq, io vi dico,cari macrobiotici il vero sapore della cioccolata è quello dei kinder.( cmq per onestà vorrei dire che ho comprato un pacco di pastelli colorati biologici a forma di tronchetti. Ma ci stanno così bene sulla mia scrivania nuova!)

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