Nel dubbio, ti amo

7 August 2008

Avevo dimenticato quanto possa essere nocivo alla produttività The Club.

Dai tempi dell’esame di retorica e stilistica. Estate, persiane accostate, libri aperti sul divano e io che non sono capace di staccare gli occhi dalle clip di presentazione trasmesse a ciclo continuo su non ricordo quale canale. Ve le ricordate sicuramente. Quello con i tipi con la cresta alla Amici di Maria de Filippi che si divincolano come tarantolati e a 18 anni scarsi fanno affermazioni tipo “il kamasutra l’ho inventato io” e le ragazze cicciotte col trucco glitterato che si definisco immancabilmente semplici simpatiche solari ( praticamente come il supermercato TreEsse) in cerca di un ragazzo che le sappia far ridere.
Poi me ne ero dimenticata. Pensavo fossero passati di moda o esistinti come Clarence e Waptopic. Poi improvvisamente mi riappaiono nella cassetta della posta sotto forma di libro e dvd allegato con il meglio di The Club.



Gentile omaggio della casa di produzione perché sono gggiovane e nel mio blog parlo delle cose che piacciono a noi gggiovani e ci fanno aggregare. E scopro che mentre io ero convinta che tutte le ragazze myspace che si fanno la foto da sole dall’altro verso il basso si fossero travasate in massa su Badoo intanto The Club continuava a macinare sms su sms e video crestolati.
Il meglio l’hanno raccolto in un dvd e ci l’hanno raccolto in un libricino-guida su come acchiappare in chat. Praticamente è tutta roba che troveresti comunque sul web. Affinale, come sempre, paghi la selezione che qualcun altro ha fatto per te e il fatto che il libricino te lo puoi portare in spiaggia.

Il libro è  tipo ghiacciolo: piacevole, fresco e inconsistente. Voglio dire, lo leggi un paio d’ore e ti fai due risate, magari mentre sei in spiaggia a grattarti la pancia. E lo puoi leggere con gli ammmici con cui ti aggreghi per andare a mare. Il dvd è come guardarsi le clip su YouTube solo montate meglio e a definizione più alta con lo svantaggio che per vedertelo ti devi anche scaricare il decodificare dvd (che i dvd con Vista non si vedano di default è stata un esperienza sconcertante). Voglio dire, non è un dvd che ti puoi guardare sul televisore, te lo devi guardare sul computer, magari su uno a doppio monitor come abbiamo fatto noi oggi al lavoro ( ritorna il calo della produttività). Perché è ovvio, noi gggiovani mica siamo più capaci di fruire di un solo prodotto multimediale alla volta ( non ricordo assolutamente quando è stata l’ultimo volta che ho visto un film per intero in tv) ( però  questo, i tipi di The Club l’hanno capito prevendendo lo schermo a metà, da una parte il tipo che si divincola, dall’altra in primo piano).  Un occhio a uno schermo con il dvd  e uno all’altro con le presentazioni sul sito. Il solito strabismo della nostra generazione multitasking.  E guardarti le foto dei tipi, sempre a torso nudo, e le foto delle tipe, sempre prese d’alto in basso.

Ora, però, al di là  dell’aspetto ironico-antropologico già perfettamente sviscerato nel libro, il punto in cui mi domando e interrogo è il seguente. Sull’Espresso della scorsa settimana c’era un articolo ( che non trovo on-line)  sulle perdite economiche dei social network. Tutti ci chiediamo come faccia a guadagnare facebook. Non conosco assolutamente nessuno che mentre sta a organizzarsi la serata lassù si metta a cliccare sulle pubblicità laterali. Non credo alla pubblicità sul web, ormai la si esclude a priori dal campo visivo. Si vende tutti i dati alla multinazionali? Interi gruppi stesso su Facebook sostengono questo, ma boh ( io poi, affinale, non ci vedo mica tanto niente di male, se non vuoi essere schedato non ti iscrivi a fb, mica te l’ha detto il dottore).  Perdite in ogni caso anche MySpace, YouTube e cose così.  Ora, The Club esiste da più cinque anni, che per una comunity secondo me sono tantissimi e, qua sta la differenza forte, è riuscita a creare una comunità su una base dove tutti in genere falliscono: il servizio a pagamento. La chat infatti ruota tutto intorno agli sms, costi bassi ( mi pare di capire 4 euro a settimana con 20 sms gratis e poi al normale costo operatore, correggetemi se sbaglio) Che non sono tanti, ma si tratta comunque di pagare qualcosa che puoi trovare bene o male gratis da altre parti.

Ecco, perché tutti questi ragazzi stanno a scambiarsi sms mediati ( si mandano a un centro messaggi che poi lo smista, non al numero di cellulare diretto) invece di chattare su badoo o su qualsiasi altro social network? E’ la leva dei passaggi televisivi che fa la differenza? La forza del brand “Visto in tv”? La possibilità di interagire anche esclusivamente tramite cellulare anziché computer? Non so.

Ora però mi vedo un’altra bella serie di clip, che fa caldo.

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