Al di là di ogni inequivocabile dubbio

7 February 2009

Io me lo ricordo quando per le prime volte si parlò del fatto di Eluana. Avevo sui tredici anni e ricordo l’articolo di Gente letto a casa della nonna. C’erano di accompagnamento le stesse foto che vediamo oggi. Sugli sci, col giubbetto di jeans anni 80, che fa cucù dietro la tendina della doccia. Pensai che Eluana fosse davvero un bel nome e mi chiesi come mai, visto che al catechismo mi insegnavano che la morte era solo un passaggio a una vita migliore, proprio i cattolici erano contrari a farla morire. Lo chiesi a mia mamma e lei mi disse che “per loro è un atto contro natura. Poi mi spiego, che anche se lei era cattolica, a quella povera ragazza l’avrebbe fatta morire in pace”. Io pensai che mica i tubini e le medicine  non erano una cosa naturale e a seguire la natura lei sarebbe già morta. Poi gli anni passavano, io andavo al liceo, all’università, a fare uno stage, e uno tanto dai giornali prima e poi sulle home-page on-line comparivano di nuovo le foto col giubbetto anni 80 e con gli sci. E intorno il coro delle dame di San Vincenzo che con la destra finanziavano guerre e orrori e con la sinistra brandivano appelli alla Vita. Intanto Eluana non avrà più i capelli tanto neri da avere i riflessi blu, e nel suo armadio i vestiti sono rimasti fermi agli anni 80. Tanto ora avrà bisogno solo di qualche camicetta da notte. Fino ad oggi, con gente che invece di stare a fare volontariato da qualche parte per impiegare cristianamente il proprio tempo se ne sta impalata sotto una clinica e un presidente del consiglio che accusa un padre che per 17 anni ha accudito una figlia al di à di ogni speranza e la cui vita è ormai, al di là di quello che avverrà o non avverrà, distrutta, di volersi liberare di una scomodità.
Se mi succedesse  un qualcosa. Un qualcosa  del genere. Non voglio che continuino a circolare  solo foto di me coi leggins e i tronchetti.  Non voglio che qualcuno accusi mia mamma di volersi togliere di mezzo una scomodità. Non voglio che qualcuno mi cambi gli assorbenti.  Non voglio che qualcuno di cui magari in vita non ho mai condiviso le opinioni si riempia la bocca del mio nome e si erga a difensore della mia vita.  Voglio un bel funerale senza le telecamere dei tg con Morgan che suona l’organo e tutti un po’ tristi, che sono pur sempre morta, ma non avvelenati da anni di carte bollate. E quindi lo lascio scritto qua. Al di là di ogni inequivocabile dubbio, voglio che si stacchi la spina quando la speranza diventa ostinazione.

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