Wedding time

3 May 2009

Avete presente quei  matrimoni che si vedono nei film in cui tutte le invitate hanno abitini color pastello,  il quartetto d’archi suona nel prato verde e il truccatore della sposa non aveva come modello di riferimento Valentina Ok? Ecco, se abitate in Campania forse questa idea di matrimonio è puramente cinematografica. Ecco il matrimonio di Maria è stato così. Senza nemmeno una zia con addosso un completino zebrato o quantomeno leopardato. Una cosa che manco sembrava di stare in provincia di Napoli.  Se non fosse che c’era pure Bassolino.

Ma comunque. Maria è stata la mia prima amica amica che si è sposata. 28 anni. Un’età tonda e perfetta per un matrimonio.
La sposa ovviamente era radiosa. Ma assomigliava anche tremendamente a se stessa. Cosa, improbabile per le spose. Solo che invece era proprio lei solo con un vestito più lungo del solito.

Al matrimonio i ragazzi si sono presentati tutti con la cravatta, con un grado di allentamento della stessa direttamente proporzionale al grado di punkabestismo raggiunto negli anni universitari. Quella di Enzo ero un perfetto nodo Windsor, quella di Pasq era annodata altezza ombelico.

Poi ci siamo fatti le foto alla Bluvertigo, con tutti che guardano in una direzione diversa, per continuare la serie avviata nel 1999, quando però tutti avevano i capelli e nessuno la cravatta.
Dopo un rapido sondaggio sotto i banchi della chiesa mi sono accorta che l’era l’unica senza calze. Ma io non ce la faccio. Odio troppo le calze color carne. Poi dopo un po’ di prosecchi anche Elettra era senza calze e siamo corse scalze per il lancio del bouquet. Che anche questa è una cosa molto british secondo me. O forse più niuyorkese.

Come si fa a tutti i matrimoni ognuno ha detto cosa farà al suo matrimonio. Come al solito tutti hanno detto che faranno una cosa sciolta  e new-wave con pochi invitati. Dentro di loro tutti già sapevano che come si fa a non fare il pranzo e a non invitare a zia Titina e alla cumarella della mamma?

La mozione free bar con martini dry di benvenuto a tutti è stata in ogni caso approvata a pieni voti.

Tra prosecchi e branchetti, il pomeriggio  è scivolato via leggero, piacevole come la pioggerellina sottile sottile che a un certo punto è caduta, ma io e Nicola siamo comunque rimasti seduti sul divanetto nell’erba, come in certi tardi pomeriggi Fisciano Blues, perché mica dava fastidio, era bello starsene così, un po’ brilli e un po’ no,  a guardare sorridendo la prima nostalgia.

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