Viaggio in Giappone: Tokyo-Secondo Giorno

21 August 2009

(dove si scopre l’electric town di Akihabara e i  megastore con i commessi dai mille inchini)

Il secondo giorno a Tokyo inizia con una missione ben precisa: acquistare LA macchina fotografica. Prima tappa quindi a Akihabara, l’electric town, il quartiere con i grandi megastore dell’elettronica. Tutto una zona quindi di roba tipo Euronics e Trony, inframezzati però da negozi di fili elettrici e librerie manga. E soprattutto di Lolita Bar ( che non mi ricordo ora come si chiamano davvero) ma comunque sono dei posti, sponsorizzati da una Lolita, ovvero una ragazza vestita da bambolina) che dà volantini in strada)  dove entri e puoi parlare con queste ragazze vestite da cameriere, lolite, bambine, governati, in un tripudio di pizzi e codini.  Le librerie manga di queste parti mi sembrano essere specializzate in soft-porno e soprattutto, nella vendita di torte. Torte confezionate in scatole colorate tipo giochi da tavolo e messe lì impalate.

E’ un quartiere nerdissimo. Senza ombra di dubbio.  E continua a sembrare di vivere in un banner di un casinò on-line. Cominciamo ad entrare nei negozi. Che sparano jingle ad altissimo volume. Una macchina fotografica tipo la mia, costa tipo 20 euro. Ma ovviamente il signor Geo vuole il supermodello di reflex che resiste alla pioggia, al fango, a meno 15 di temperatura, che ha la preview della profondità di campo,l’autofocus e altre amenità di cui ignoravo l’esistenza. Un supermodello ancora non in vendita in Italia, di cui bullarsi per sei mesi buoni nel dipartimento di geologia, sfoggiandolo insieme all’imperdibile coltello con lama in ceramica, oggetto indispensabile di ogni bullo geologo. Entriamo in 4-5 negozi, i prezzi sono sempre uguali. I commessi qua evidentemente sono pagati a commissione, e quindi, appena ti vedono interessato a un oggetto in particolare, arrivando profundendossi in mille inchini e mostrando l’oggetto e il prezzo esposto sopra con le mani, tipo le signorine delle televendite quando accarezzano il permaflex. Non come quando stai da Euronics e un commesso lo devi acchiappare rincorrendolo per il corridoio delle piastre per i capelli e acchiappandolo per la pettorina arancione. Quando mia cugine, con il suo aspetto inequivocabilmente occidentale, comincia a parlare loro in giapponese,  emettono un piccolo “oh” in ammirazione e inchinandosi un’altra volta avviano ad elencare le caratteristiche dell’oggetto. Uno arriva pure a suggerirci un altro negozio dove andare a comprare la macchina, posto dove sta evidentemente ammacchiato.
Stanchi e frastornati da troppi jingle decidiamo di passare alla zona Ovest di Shinjuzu, altro posto dedicato alle macchine fotografiche. Prima però ci rintempriamo in un ristorante specializzato in tempura alla stazione di Shiniziju ( adoro le circa 35 ciotoline che ti mettono davanti a ogni pranzo). Ci viene servita la Miso Soup: io ne bevo un sorso e dichiaro che, inequivocabilmente, quella è una zuppa di cozze sciacquata.
Il Geo Super Vegetariano se la beve a pieni sorsi dichiarando che no, non sa di cozze ( come se sapesse che sapore tiene una cozza) e quando, a finale, trova il fondo di telline, dichiara che non era mica vero che gli piaceva e se ne era accorto subito. Uno a zero per la cozza.

Il giro continua per il tranquillo quartiere di Shinjiuzu Ovest, sede dei palazzi del governo, di cicale pontentissime, dei negozi di macchine fotografiche più grandi del mondo e del Pentax Forum, negozio dove provare il nuovo Super Modello Ancora non in Vendita in Italia. Gira che ti rigira, dopo aver visionato il Negozio di Macchine Fotografiche più Grande del Mondo, alla fine mezzo agguantato in un sottoscala, troviamo ‘sto Pentax Forum. La cosa più bella del Pentax Forum è il divanetto rosso dove sedersi. La seconda cosa più bella del Pentax Forum è l’assenza di jingle martellanti e colonne sonore di videogiochi sparate a tremila. Mi metto a sedere tranquilla mentre il Geo e la Cugina Appassionata di Fotografia parlano mezzo in giapponese e mezzo in inglese con una commessa che a sentir parlare di anteprima della profondità di campo chiama spaventata il collega. La caratteristica prevalente dei commessi del Pentax Forum è la corsetta. Gli chiedi: “Ma qual è il costo di questo obiettivo?” . Loro si inchinano, si scusano di non saperlo a memoria, corrono al banco, controllano e ritornano correndo con la calcolatrice in mano per mostrarti il prezzo . Dopo circa due ore di prove,  pose b, pose c, pose a cap e mbrell, macro e micro, si decide per il Grande Acquisto.  Una volta detto che si ok, la prendiamo, il commesso si inchina e fa “Scusate, ve la do’ tra 5 minuti, devo prima controllare se è tutto a posto”. Corre dietro le quinte. Tornerà dopo 35 minuti, inchinandosi e facendo “ish, ish, ish”, come verso continuo. Impacchetta il tutto (camera e obiettivi)  con estrema cura ed ci accompagna, portandoci il sacchetto, fino alla porta. Dopo esserci salutati e inchinati a 90 gradi per circa 30 volte, finalmente siamo fuori.
Mi prende un irresistibile voglia di fumare. Devo fumare. Per strada a Tokyo non si fuma. E’ vietato. Nei locali e nei ristoranti si fuma. Caffè? Caffè. Ci fermiamo in uno starbuck, ma quello è americano, non si fuma. Davanti al piazzale della stazione di Shinijuzu troviamo però lo spiazzale fumatori, un cerchio allestito con posacenere dove stanno tutti i giapponesi a fumare. Mi infilo in mezzo e accendo anche io la mia sigaretta mentre a lato un musicista ambulante fa pieno bar. Tutto attorno grattacieli pieni di banneroni dai colori pop e le luci degli uffici che si cominciano ad accendere.

E così questa è Tokyo.

La sera appuntamento a Mejro con Valentina e Iama per andare a Shibuya. E dalla stazione è inequivocabilmente Shibuya: un poliziotto sta calpestare e distruggere un pacchetto di sigarette a un ragazzo forse troppo piccolo per fumare, ragazze uscite dai cataloghi Benetton di Olivero Toscani, la statua del cane che per anni ha inutilmente aspettato il padrone ormai morto alla stazione di Shibuya. Ci facciamo le foto sotto al cane, perchè anche noi vogliamo essere giapponesi come i giapponesi che si fanno le foto sotto la torre di Pisa, e via. Stasera si mangia sushi e sashimi. Ho deciso. Andiamo in uno di quei sushi bar dove sta il nastro che scorre, tu prendi il piattino e alla fine contano i piattini. Mi abbuffo di sushi e sashimi per un totale di 6 euro.  La bevanda che accompagna il sushi è il the verde che ti fai direttamente tu: hai davanti un rubinetto che butta acqua calda, tazze e bustine per il the. Stoicamente cerco di mangiare the verde e sushi, esco da là con una sede che non ti dico.  Concludiamo la serata in un locale un po’ fighetto, pieno di giapponesi preparatissime, e io col mio vestitiello da turista…

Note tecniche:
-L’elemento base della moda di questa estate di tokyo è il leggins nero. Niente gambe da fuori, tutte le ragazze, sotto a qualunque vestito, portano il leggins,
-I soldi non passano di mano in mano, vengono sempre appoggiati su un vassoietto e si passa quello.
-Ogni lavoro in corso, ultrasegnalato da segnali luminosi, spade laser ed effetti speciali, prevede la presenza di due addetti in giubbino catarifrangente e guanti bianchi che si inchinano per indicarti la strada alternativa all’ostacolo ( anche se tipo il marciapiede è largo cinque metri e i lavori occupano trenta centimetri)

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