Un paio di buoni propositi

1 January 2011

Ed eccoci qua. Ora sì che possiamo cominciare i buoni propositi di inizio anno. L’altro ieri sera mi sono vista Guido Lembo in concerto seduta al tavolino del bar in Piazzetta tra schiere di ragazze in minigonna e trolley e quindi con tale gesto ho impiegato tute le mie fish di mondanità. Quindi ieri sera me ne sono stata casa senza particolari sensi di colpa. Alle due me ne sono andata a dormire. Ero molto stanca per tutto il 2010 passato.

Allora, primo buon proposito dell’01.01.11 che ci piace perché è un numero binario e io sogno una carne sintetica, ricordi seriali e un microchip emozionale.

1.Non cercare quello che faresti meglio a perdere.

Ecco, questo l’ho letto qualche giorno fa su FB, non mi ricordo da parte di chi e nel suo essere così popular mi è piaciuto tanto. Mi ricorda quei versi dei Ditirambi Dionisiaci di Nietzsche dove fa Dioniso vicino ad Arianna piantata in Asso a Nasso dopo che Teseo se n’era fuggito con non mi ricordo qualche sciacquetta: “Perché trovarci se potremmo perderci? Io sarà per te il tuo labirinto”… ( in realtà l’originale dice: O Arianna, o Arianna, non ci si deve forse prima odiare prima di potersi amare? Io sono il tuo labirinto..) (beh, comunque la mia è una traduzione libera.)

Il secondo buon proposito invece ce lo suggerisce Rob, il nostro oroscopista di fiducia dell’Internazionale. E cito:

Cancro. “Dobbiamo credere nel libero arbitrio. Non abbiamo alternative”, ha detto lo scrittore Isaac Bashevis Singer. Ti consiglio di adottare questa frase come tuo motto per il 2011, caro Cancerino. Secondo la mia lettura dei presagi astrali, sarà …l’anno ideale per aumentare la nostra forza di volontà e intensificare la nostra capacità di realizzare progetti, ma sempre con buon umore e senso dell’ironia. In effetti, uno dei modi migliori per controllare i nostri impulsi inconsci e i capricci del destino sarà non prendere troppo sul serio né noi stessi né tutto il resto.”

Quindi il secondo buon proposito è: (e continuamo a citare)

2.Finirla di farmi scegliere e scegliere io. Finalmente.

Qualcuno mi ha detto la stessa frase qualche giorno fa e mi sono scesi due lacrimoni sulla frittura di pesce. Ho pensato che era vero ma poi ho pensato che in questo 2010 di scelte ne ho fatte. Quantomeno due. Due scelte impulsive, prese di sera nella mia stanzetta di ragazza, senza che poi la notte portasse ulteriore consiglio se non il sonno tranquillo del dado è tratto. Senza star lì a pesarne le conseguenze. (saper scegliere una fine e starla ad aspettare?). Le conseguenze hanno pesato da sé. Dopo, solo dopo, quando era lontano chilometri di aerei, treni e traghetti da quella stanza. Dove mi sono svegliata il primo giorno dell’anno nuovo dopo dieci ore di sonno accumulato.
E con questo ho finito i buoni propositi. Due sono troppo pochi? Beh, allora direi ritornare a pesare 55 chili, avere le unghie sempre pulite, imparare a cucinare e non scocciarmi troppo di lavare a terra e a fare la lavatrice.

E poi quest’anno che è passato di cose buone ne ho fatte. Tipo leggere Guerra e Pace.

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