In fila per uno

16 March 2011

Anche stamattina, mentre io andavo al lavoro con dentro la borsa il bento comprato a Tokyo, li ho visti. Tutti incolonnati in fila per uno davanti alla biglietteria della seggiovia. La fila dei giapponesi, l’unico tipologia di turisti che a Capri trovi  sempre, anche a gennaio e febbraio, quando i capresi stessi vanno a svernare in Thailandia e ci sono 3 ristoranti e 2 alberghi aperti su centinaia. Alcuni con la mascherina, come sempre. All’inizio pensavo che i giapponesi indossassero sempre la mascherina per proteggersi dai virus esterni. Poi un giapponese mi ha spiegato che la indossano quando hanno il raffredore, per proteggere gli altri dai loro virus. E molti se la tengono su persino quando passeggiano per Via Tragara nei pomeriggi di primavera che odorano di mirto e fior d’arancio e in giro non c’è quasi nessuno.

Stamattina pioveva e tirava un vento fortissimo. Ma nel loro programma c’era la salita al Monte Solaro con la seggiovia. E allora loro si sono messi in fila per uno davanti alla biglietteria col k-way e il cappuccio in testa per salire lassù. Uno qualsiasi di noi, vista la pioggia dietro i vetri e sentito il vento ululare, sarebbe rimasto sotto il piumone dell’albergo, ordinando la colazione in camera e cercando sulla guida il miglior ristorante da prenotare per pranzo.

Ho guardato la fila, cercato invano un’espressione nei loro visi, mi sono chiesta di dove fossero, se avessero parenti e amici coinvolti in quello che è successo, se abbiano o meno paura di tornare in patria. Loro in fila, sotto la pioggia, continuavano a leggere la guida. Mentre io lavoro con la home di Repubblica aperta che mi aggiorna sulle esplosioni dei reattori. Ho pensato che non li capisco, ma li apprezzo. In fila per prendere la seggiovia, così come in fila per fuggire dalle radiazioni. Concentrati sulla guida di Capri perché loro ora sono a Capri e probabilmente sarà l’unica volta nella vita in cui saranno qui e quindi è loro dovere visitarla. Con la pioggia, col vento, mentre il loro paese affonda e le barre d’uranio rimangono scoperte.

Spero che lassù in cima, sul Monte Solaro, oltre le nuvole, abbiano trovato un panorama bellissimo. E si siano emozionati come mi sono emoziata io alla tomba di Koba Dashi, in cima al monte Koyasan.

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