Gelido come

19 April 2011

Nei film c’è spesso una scena in cui ad un certo punto il protagonista ha come una fulminazione, capisce subito chi è che ama e corre da lui/lei  (in genere nella pioggia e nel vento), lo trova e (grondando acqua dai capelli bagnati) gli implora di stare/tornare con lui/lei. A questo punto l’altro (nel frattempo esposto alla pioggia anch’esso) gli rivela che non stava aspettando altro che lui e si baciano (sotto la pioggia). (dissolvenza e titoli di coda).

Ecco, io una volta nella mia vita vorrei provare una folgorazione del genere. E che tale folgorazione fosse corrisposta. (potrebbe anche non piovere, fa lo stesso, anzi meglio, che poi mi si arricciano i capelli e la scena non viene bene).

Solo che l’ultima volta che ho ricordo di aver provato un qualche sentimento così impetuoso si portavano ancora le gonne di jeans

A volte quando sento le mie amiche parlare al telefono coi loro ragazzi e profondersi in una serie di “amore, tesoro, ti amo” e vedo le foto delle coppie che si baciano su Facebook penso. Sono io ad essere arida? Sono io che ho qualcosa che non va in qualche quadrante del cuore?

Io non ho mai detto ti amo alla cornetta di un telefono, credo. Non dico che dovrei fare come i tipi del Grande Fratello che lo urlano pure ai genitori, ma, insomma, potrei pure sforzarmi un po’ di più.
E invece più passa il tempo più appaiano inequivocabili segnali della mia aridità.

Tipo

Luciana Littizzetto. Fa ridere a tutti, ma dico a tutti. A me manco per niente. Allora a volte capita che me la veda con qualcun altro, tipo in ufficio in pausa pranzo. E tutti ridono e io non ci trovo proprio niente di divertente. Per quanto mi sforzi. Va beh, mò questa cosa con i sentimenti non ci azzecca proprio niente. Però, voglio dire, è un segnale di diversa sensibilità.

Poi per esempio, prendiamo l’altra sera. Ero al ristorante, e al tavolo affianco c’era una tipa che sbraitava e urlava contro Milena Gabanelli, si accalorava proprio. Ora,  al di à del torto o della ragione dell’avercela contro Milena Gabanelli, a me non capita mai di accalorarmi parlando di qualcuno che non conosco. Raramente di quelli che conosco.  Non mi viene proprio.  Mi annoia, e quando qualcun altro comincia a farlo preferisco concentrarmi sul mio drink o sulla mia frittura di pesce.

Ultimo esempio. Le foto dei cagnolini azzoppati sulle bacheche di Facebook. Non mi provocano alcun sentimento di pietà. Ecco l’ho detto.

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