Tre cose che mi mancheranno e una risposta che già ho

5 May 2011

E così rimetto tutto in un trolley grande e e torno sulla terraferma. Ed è tempo di fare i conti con quello sulla terraferma ho lasciato.  Qui puoi portarti solo pensieri felici e belli,  magari un po’ malinconici, ma che non stonino col panorama. Tutto il resto resta oltre il confine del mare,  su questi dieci chilometri non c’è spazio per quello che si è lasciato. Tutto è piccolo, anche le case sono piccole. Cubetti bianchi con i soffitti a volta. Solo le sensazioni possono essere grandiose e sfarzose.  Quando quest’inverno la notte era brutto tempo mi mettevo nel letto e immaginavo il mare in tempesta tutto attorno a me. E mi addormentavo tranquilla, come se fossi dentro un castello incantato.  L’isola ti accoglie e ti protegge, il confine delineato solo dall’azzurro ti fa sentire libera e protetta che sono due sensazioni che insieme stanno bene come la red bull con la vodka alla fragola, come una falanghina ghiacciata sugli spaghetti con le vongole, come un paio di scarpette rosse sotto un tubino nero.

Certo mi dispiace, ma invece di pagare l’affitto e la spesa mi sono comprata un iphone bianco, così mi consolo. E visto che l’iphone ci mettte tempo ad arrivare ho aggiunto un bel pacco di creme per i capelli e strunzatelle varie della Lush. Così mi consolo in attesa dell’Iphone.

La cosa che più mi mancherà più di tutto di vivere a Capri è quando è bel tempo e scendo al lavoro dietro al motorino e all’improvviso, dopo una curva, il panorama si apre ed è un trionfo di luce e azzurro. La punta dove sta Villa Castiglione tutta verde, di là il salto di Tiberio, sotto gli aliscafi che vanno e vengono e chissà se chi portano si accorge di tutta questa bellezza e io sono contenta di restare qua, in mezzo a questa luce che sembra rendere più luminosa anche me e spazza via le nebbie dell’anima. Oltre il mare c’è la terra, vicinissima come Punta Campanella o azzurra e lontana come Ischia e il Vesuvio. E sotto il Vesuvio, Napoli, sempre avvolta nella sua foschia un po’ marroncina e allora io sono ancora più contenta di stare qua.

La seconda cosa che più mi mancherà di vivere a Capri è quando torno la sera dietro al motorino e comincia appena a fare buio. Il cielo diventa blu quasi violetto, un po’ sopra all’orizzonte appare Venere, la messaggera della notte, da lontano si accendono le luci sotto il Vesuvio. E man mano che saliamo si fa sempre più buio, ma qua il buio non fa paura, anzi ti avvolge e ti protegge. E il pensiero che dal  qual punto io poi non ci siano più collegamenti con la terraferma mi rassicura anziché no.

La terza cosa che più mi mancherà di vivere a Capri prendermi lo Spritz la sera in Piazzetta, perché anche se è vero che è una cosa da chiattilli a me prendermi lo Spritz in mezzo alla Piazzetta mi piace. Anche se mi devo prendere lo Spritz con l’Aperol perché il Campari Spritz non lo sanno fare e vicino ci mettono solo noccioline sereticce. (cioè, vorrei che questa cosa fosse chiara, i bar in Piazzetta a Capri sono zero a livello di aperitivi) (e vorrei pure precisare un’altra cosa, lo so che dire Piazzetta già mi denota come una straniera. Se fossi una caprese doc dovrei chiamarla semplicemente piazza. Quindi se quest’estate andate a farvi la serata a ricotta a Capri con partenza da Sorrento a mezzanotte per andare a ballare all’anema e core – abbigliamento impeccabile e lista nominale per essere ospiti graditi come ci  suggeriscono i migliori pierre – chiamatela piazza e non piazzetta. Sembrerete più integrati.).

Siete arrivati a leggere fin qua? Bravi. Ora a questo punto passiamo al quesito a cui mi sono già risposta.
A questo punto della mia vita ho tre possibilità:

1) Tornare a casa da mamma e fare avanti e indietro con l’aliscafo Sorrento – Capri (più vesuviana Caruotto – Sorrento)
2) Tornare a casa da mamma e fare avanti e indietro con la Circumvesuviana Caruotto – Napoli + pullman fino a Via Medina.
3) Affittarmi una casa a Napoli.

Abbiamo già parlato in passato del fatto che io non non potrò mai essere una ragazza del centro storico, e poi sai che caldo d’estate a Napoli? Dovrei trovarmi quanto meno una casa con l’aria condizionata! E’ vero che a Napoli ci stanno un sacco di bar che fanno un ottimo Campari Spritz ma basare la propria residenza sulla bontà del Campari Spritz, mi sembra un tantinello eccessivo anche per me.

E poco dignitoso a 30 anni vivere con mamma? Va bene, però è solo per 3-4 mesi, sarò una bambocciona estiva, una mezza bambocciona. Ma con un Iphone. E una borsa Furla. E un sacco di creme Lush. E un ricco budget da destinare a una vacanza su una qualche isola sperduta della Grecia. O posto a scelta, basta che ci sia il mare pulito, non troppo da camminare ed esplorare e l’aria condizionata in camera. E che si mangi bene. (si mangia bene in Grecia? Direi di sì, quella roba agliata che si mangia al ristorante greco a Salerno a me piace…)

(la seconda è bocciata di defalut, lo so che la Circumvesuviana ispira post dal superbo drammatismo postesistenziale, ma solo d’inverno. D’estate collasso e basta.).

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