Del bello e del superfluo e degli uomini nell’armadio

14 June 2011

Prendiamo stasera. Scendo dall’aliscafo con la borsa della palestra già in spalla e mi dico “ora mi fermo un attimo da quel negozietto tanto carino di scarpe che mi servono un paio di scarpe estive”.

Sul serio, ve lo giuro.

Non è una quelle cose da femmine che dicono “non ho niente” (cit) e poi sono piene di roba. Io veramente non ho un paio di scarpe estive decenti. Da giugno giro solo con le ballerine in attesa che si possano rimettere gli stivaletti. Quello perché ho problemi emotivi a mettere i sandali. Non perché abbia i piedi brutti, anzi, ho dei piedini molto graziosi numero 37 e perfettamente proporzionati. Solo che ho problemi emotivi a mettermi i sandali. Ma non è di questo che volevo parlare. Dicevo.

Avendo deciso di risolvere i miei problemi emotivi con i sandali mi recai nel suddetto negozio in cerca di un paio di sandali estivi con un bel tacco comodo. Solo che tra plateu e scarpe fosforescenti e sandali schiattati a terra e roba di ispirazione etnica (io odio l’etnico, ci terrei a ribadire questo concetto), tra tutto questo vrenzolume, solo un un paio di sandoletti bianchi mi piacevano. Solo che poi ho pensato che i sandali bianchi, tutti bianchi di pelle col tacco, erano grezzi. Allora ho detto, va beh. E sono uscita. A questo punto, mi dico: “Ora mi faccio un giretto per il corso tra i vari negozi di scarpe, mi ha detto mia zia che ci sono delle scarpe carine in quel negozio in fondo al corso, ora vado a vedere e poi vado in palestra, magari mi faccio solo mezz’ora di corsa”.

Arrivo al suddetto negozietto, solo che tiene le stesse scarpe un po’ grezze che hanno pure i negozi a Piazza Carità solo al doppio del prezzo. Mi dico “Se mi devo comprare un paio di scarpe grezze me le compro a Piazza Carità” . Ma tanto già so che non me le comprerò mai, perché ogni volta che passo da Piazza Carità
A) Sono appena uscita dal lavoro e tengo in capa solo di schiattarmi la capa con due campari spritz a stomaco vuoto
B) Sono in pausa pranzo e tengo in capa solo gli spaghetti con le vongole che mi devo andare a mangiare dal Buongustaio a Montesanto
C) Stanno chiusi.

Penso. “Perché Carrie si compra le scarpe tanto facilmente? Perché la stragrande maggior parte delle donne sfoga le sue manie di shopping nelle scarpe e io riesco al massimo a comprarmi due paia di scarpe a stagione? Cosa c’è che non va nel mio approccio alle scarpe?”

Arrivata che sono alla fine del corso mi dico: “Ora me ne torno San Cesareo, così mi vedo qualche vetrina diversa, non si sa mai”. Poi mi ricordo che in una traversina c’è quel negozietto carino che vende abitini e accessori non main-stream “Ora ci faccio una capatina, magari trovo una collanina che mi renderà felice per 40 minuti. 40 minuti di felicità per 12 euro sono sempre un ottimo investimento. Una dose di roba a Scampia mi pare sia sui 13”.

Entro e ci sono tantiiii vestitini. Di pizzo, coi merletti, coi fiocchi. Mi dico. “Camilla, hai circa 32 vestitini in fila nell’armadio di cui almeno 12 con la vista stretta e la gonna a ruota. Hai bisogno di scarpe e forse di qualcosa da mettere alla terza settimana del dopoceretta. Non puoi mica continuare a indossare pantaloni neri per tutta la settimana fin quando l’estetista non ti trova l’appuntamento in pausa pranzo”.

Che prendere l’appuntamento per la ceretta in pausa pranzo dall’estetista di Capri equivale tipo a mettersi in fila per una Birkin.
Beh, cmq “guarda quanto è bellino questo vestitino di merletto bianco. Io ho solo un abitino tutto bianco, e ormai ha sei anni come minimo. E questo a quadretti? Amoreee! E questo tubino di pizzo nero con lo scollo a cuore?”. Ora me li provo, dai, stanno solo 35 euro l’uno.

Nel camerino mi vedo magrissima, la pancia non esce e inclinandomi mi è pars0 quasi di scorgere il vuoto sotto le costole. Sicuramente staranno gli specchi truccati. O forse avevo le allucinazioni perchè ho mangiato troppo poco a pranzo. Ma intanto sono magrissima. E ci si mette anche la commessa che mi toglie di mano una S dicendo”no, per te questo ci vuole xs, sei proprio stretta di vita”. Commessa, vuoi essere la mia migliore amica?

Beh, cmq alla fine sono una ragazza razionale e decido che non li posso prendere tutti e tre, che già con tutti i vestiti che ho dovrei fare la vita sociale di Paris Hilton e invece voi tutti sapete che il mio stile di vita somiglia di più a quello di Santa Maria Goretti E devo risparmiare per le vacanze, che mi devo pagare tutto io perchè sono arriva a giugno senza manco un fidanzato che mi porti in vacanza. Prendo solo il tubino nero rivestito di merletto bianco con lo scollo a cuore senza bretelle e lungo a metà coscia. Un capo poco appariscente, mettibile e spendibile. Basta che lo attacco con lo schotch biadesivo sulle tette. E poi se posso permettermi un vestito aderente è davvero uno spreco non avere un vestito aderente. Non credete? E io non ho nemmeno un vestito molto aderente. Ve lo giuro.

Ovvio che poi in palestra non ci sono andata, si era fatto tardi. E nello specchio del camerino sembravo così magra che non avevo bisogno di andare in palestra. E stamattina pesavo quasi 56 chili. Quasi.

Mentre tornavo alla stazione pensavo. “Forse per lo shopping ci vuole un talento simile a quello per gli uomini”. Voglio dire, bisogna avere la lungimiranza di scegliere uomini che ti stiano sempre bene come un paio di ballerine nere che magari compri un po’ controvoglia perché magari non ti sembrano niente di che ma che poi già sai che ti accompagneranno per tante stagioni. E invece magari ti ritrovi a uscire con uomini piacevoli da avere a fianco, ma dello stesso piacere che ti può dare uscire la sera con un tubino di pizzo nero aderente e un tacco 12 di raso fucsia sotto. Che sai che metterai quella sera ma che ti saranno ben poco utili in tutte le mattine che devi correre giù al porto e in tutte le sere che ti accasci stanca nelle ultime file dell’aliscafo sfilandole dai talloni.

Però intanto è piacevole anche solo pensarli nell’armadio.

Il vestito di pizzo nero e le scarpe fucsia voglio dire. Non gli uomini.

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