48 ore a Berlino

12 June 2012

Io e il mio [Nuovo] Fidanzato, che da qui in poi chiameremo [N]F,  ci diamo appuntamenti tipo “Ok, allora ci vediamo venerdì pomeriggio all’uscita della U-Bhan ad  Alexanderplatz a Berlino ”.

Detto così è una cosa molto figa. Beh, anche a farla è cosa molto figa.

Se non fosse altro che sto continuamente a stamparmi mappe per non perdermi perché l’iPhone si può sempre scaricare, me lo possono sempre rubare e la Reginetta delle Ansie si fida solo della carta.

Se non fosse altro che non puoi mai fare il cambio di stagione perché se a Capri ci sono 30 gradi, dove passerai il weekend ce ne possono essere tranquillamente 5.

Se non fosse altro che tra poco la gente comincerà a chiamarti La Ragazza che trascina un Trolley di Hello Kitty.

Se non fosse altro che ogni tanto tocca abbandonare la pace serafica della Lufthansa per trovarsi catapultati nel Fantastico Mondo dei voli Easy Jet.

Il Fantastico mondo dei Voli Easy Jet (ma anche Ryanair)

Sui Easy Jet , voi sapete, vige l’(insensata) regola di infilare la borsa a mano dentro al trolley. Ciò significa che devi stare lì con la boarding pass e il passaporto in una mano e l’iPhone in equilibrio precario nella tasca dei jeans. Che voi sapete. Nelle tasche dei skinny ci potete infilare solo le monetine, non un iPhone 4. Se devi rispondere al telefono ti metti il passaporto in bocca. Poi pensi il passaporto in bocca non è molto igienico e poi come parli? Allora lo infili nella tasca di dietro del trolley e poi ti tocca infilare il braccio dentro per ripescarlo e il trolley e sempre troppo gonfio e rischi sempre di rimanere col braccio incastrato dentro. Se hai sete e vuoi bere, devi inclinare il trolley a terra, aprire, far vedere le tue mutande a tutti e pescare la bottiglietta d’acqua. Io a questo punto mi muoio di sete.

Sui voli Easy Jet ti devi mettere in fila al gate perché se sei tra le ultime a salire ti dicono che non c’è più spazio nelle cappelliere e devono spedirti il bagaglio a mano. E non sia mai detto che io debba star lì ad aspettare il bagaglio.

Sui voli Easy Jet poi c’è la corsa a prendere i posti perché ci sono tutte le comitive di 6-7 di loro che devono sedersi vicini. E però tu salita sull’aereo devi prima fare l’operazione di aprire il trolley, sfilare la borsa dal trolley, richiudere il trolley, infilare il trolley nella cappelliera. E c’è sempre qualcuno dietro che ti chiederà di muoverti perché ha paura di rimanere in piedi. Io ormai sono diventata bravissima a posizionare la borsa nel trolley facendo in modo che si possa sfilare aprendo solo la parte superiore.

Piccolo e non easusistivo elenco delle caratteristiche del Fantastico Mondo dei voli Easy Jet con partenza da Napoli

La caratteristica dei voli Easy Jet con partenza da Napoli è che c’è sempre qualcuno che pretende di imbarcarsi mostrando la patente come documento.

La caratteristica dei voli Easy Jet con partenza da Napoli è che nel pullman ci sarà sempre qualcuno che dirà “Ma ci stiamo andando col pullman a…

La caratteristica dei voli Easy Jet con partenza da Napoli è che la gente si compra i gratta e vinci sull’aereo. Tutti. Serio.

La caratteristica dei voli Easy Jet con partenza da Napoli è che sono capaci di applaudire anche al decollo.

La caratteristica dei voli Easy Jet con partenza da Napoli è che una volta atterrati, metre attaccano la scaletta, partono in istantanea circa 256 telefonate alla mamma.

La caratteristica dei voli Easy Jet con ritorno Napoli è che c’è sempre qualcuno che litiga in napoletano con l’hostess che vuole imbarcargli il bagaglio pretendendo che l’hostess lo capisca.

In ogni caso questo post era partito che vi volevo raccontare di Berlino, non del Fantastico Mondo dei Voli EasyJet con partenza da Napoli, quindi ricominciamo.

La prima cosa che noto di Berlino appena uscita dall’aeroporto è che ci stanno le cicche di sigarette a terra. E questa è una cosa che la connota subito come una città poco nordica.

La seconda cosa che noto di Berlino è che il sistema dei trasporti è molto usabile, visto che arrivo dove devo arrivare senza perdermi neanche una volta.

(sì vabbè, la Reginetta delle Ansie si era stampata il foglio dal sito della compagnia dei trasporti con tutte le indicazioni a prova di bionda e fatto spiegare nei dettagli la strada da chi c’era già stato e, non ancora rassicurata, era pure andata pure a chiedere informazioni al desk facendosi scrivere numero del treno e binario su un foglio di carta).

La terza cosa che noto di Berlino è che alcune stazioni della metro non hanno niente da invidiare alla stazione della Circumvesuviana di San Giovanni a Teduccio, in termini di look&feel. Poi vabbè, ovvio che il pay off della stazione di San Giovanni a Teduccio è “fattela a per” mentre quello di una qualsiasi stazione metropolitana berlinese è “manco il tempo di appicciarti una sigaretta e la metro sta qua”.

In ogni caso mi ricongiungo felicemente con l'[N]F in terra Berlino. In tempo di una Felice Ricongiunzione e lui si rimette la cravatta per andarsene a una cena di lavoro.

E così ci troviamo soli io e Berlino.”Ok, Camilla, sono solo un paio di ore. Per un paio di ore puoi fare finta di essere una viaggiatrice solitaria e indipendente”.

Per inaugurare la mia Serata da Viaggiatrice Solitaria e Indipendente decido che non c’è modo migliore che immergermi negli Usi e Costumi Locali. E quindi individuo un wursteralo suzzuso sotto un ponte della ferrovia e mi mangio un CurryWurst. E scopro che il currywurst altro non è che un wurstel schiattato di ketchup con una spolverata di curry sopra. Ne resto profondamente delusa e penso che però forse è questo wursterlaro che non è a livello e ne devo provare un altro.

Mi incammino verso il Check Point Charlie che a quanto parte sta nella lista di Cosa da Vedere a Berlino subito dopo la Porta di Brandeburgo.

[Davanti alla qual già ci siamo scattati la foto che andrà ad aggiungersi alla collezione di Camilla e [N]F davanti al Colosseo, davanti al Golfo di Napoli, davanti ai Faraglioni di Capri, davanti al Monumento Tipico di Stoccolma che Non si sa qual è ecc ecc ecc]

Al Check Point Charlie faccio finta di essere una Interessata alla Cultura e mi leggo tutte le scritte che stanno sui pannelli informativi che ti raccontano la storia del muro ecc Solo che poi scopro che dietro i pannelli c’è una spiaggia finta con tante sedie a sdraio e i chioschetti della birra e del currywurst. E allora i pannelli informativi perdono ogni loro interesse.

Decido che questo è il posto perfetto per passare parte della mia serata da Viaggiatrice Solitaria e Indipendente a Berlino e mi sdraio a quattro di bastoni su una di queste sedie a sdraio con in mano una birra e il secondo currywurst. Il secondo currywurst mi conferma che il currywurst è un wurstel schiattato di checkup con una spolverata di curry sopra.

Nella spiaggia finta c’è un megaschermo che trasmette le partite degli Europei e sta giusto incominciando Russia vs Repubblica Ceca. Benissimo, posso far finta benissimo di essere una ragazza dell’est che sta lì a guardarsi la partita. D’altra parte un sacco di volte la gente nei locali mi ha abbordando chiedendomi “Scusa, ma sei russa?” (o polacca, o ucraina). Posso fare benissimo finta di essere una russa. O anche una ceca. Non lo so. Ma prima di decidermi già mi sono scocciata e al 26simo minuto mi alzo e me ne vado.

Mi incammino in direzione di Potsdamer Plaza, dove abbiamo l’hotel, perché io sarò anche una Viaggiatrice Solitaria e Indipendente ma sono anche la Reginetta delle Ansie e l’idea di trovarmi in giro di sola di notte in una città che non conosco non mi piace.

(sì, ok, sono la stessa che si è presa una trombonave da sola e se ne è andata girando per zone di Budapest che è meglio che non ve le racconto alle 4 di notte lei e la cumpagnella sua, ma sapete, con l’età si diventa più timorati).

Mi ritrovo a costeggiare un pezzo del Muro e mi ritrovo a pensare…

Riflessioni serie di una Viaggiatrice Solitaria

Io me lo ricordo quando è caduto il muro di Berlino, avevo 9 anni e me le ricordo le scene del tg di questa gente che picconava il muro. Mia mamma mi spiega la storia e disse che quello che stavamo vedendo era un momento storico. E non posso fare a meno di pensare come noi in fondo siamo convinti che il mondo così come lo conosciamo sia sempre esistito, ma in realtà se io ad 8 anni fossi andata in vacanza con i miei genitori a Berlino avrei trovato il muro. E non avrei potuto saltellare da una parte all’altra come sto facendo ora. Eppure l’idea che esista un muro che non si può valicare, dentro una città europea in cui arrivo in un paio d’ore col volo Easy Jet, mi sembra lontana nella storia quanto il tempo in cui i nostri nonni partivano per la guerra. Eppure è una storia che mi è contemporanea. E spero allora tra vent’anni di poter camminare tranquillamente per Gerusalemme pensando le stesse cose.

Mi fermo al monumento della vittime dell’Olocausto, mi siedo su un blocco di cemento a guardare il cielo violetto dietro la Porta di Brandeburgo, il cielo violetto delle 10 di sera nelle sere di giugno lassù al nord.
Il giorno dopo l’alba sorgerà prestissimo dietro le tende dell’hotel che non riparano mai bene dalla luce. (ma io sulle luci delle albe precoci del nord sono una ragazza preparata, e ho la mascherina già pronta sul comodino).
Il giorno dopo mi aspetta un’altra giornata da Viaggiatrice Solitaria e Indipendente. Decido di andarmene a vedere il museo di Pergamo, che a me quelle cose dell’alba della storia della mezzaluna fertile tra il Tigri e l’Eufrate mi piacciono assai. Voi che siete gente che viaggia, sicuramente lo sapete meglio di me. Appena entri nel Museo di Pergamo ti trovi davanti a questo tempio smontato, portato via e rimontato pezzo pezzo. Dentro. Tipo una libreria Billy dell’Ikea. Resto un attimo in bilico tra l’essere interdetta tra la prepotenza dei tedeschi nel pigliarsi un monumento sano sano e portaselo a casa loro e la meraviglia nel trovarmici davanti, così all’improvviso, da turista della democrazia. Poi vado avanti e mi trovo davanti alla porta di Babilonia e penso che se la porta di Babilonia restava a Babilonia col cacchio che ora mi ci potevo sedere a bocca aperta davanti. Soddisfatta di mie tali profondissimi pensieri, mi finisco di vedere il museo e poi me ne esco a mangiare un Wurst senza Curry.
Mi incammino in direzione della torre delle televisione. Lì ci sta  Alexanderplatz e bisogna andarci non fosse altro che per devozione a Battiato. Alexanderplaza è molto Berlino Est come la si vede in televisione nei documentari di History Channel sugli atleti della DDR dopati. Ci sono tutti questi palazzi da architettura socialista e dice che ci stava pure l’orologio del mondo. Ma io come una scema non l’ho visto. Fosse perché in mezzo Alexander Plaza ci stava il festival della musica africana e un sacco di bancarelle e vendevano pure le tazze coi disegni della cacca per finanziare la costruzione dei bagni. E io ero troppo concentrata a guardare le tazze con la cacca e poi mi sono presa una birra mit Sprite da 0,40 sotto il sole e altro che orologio del mondo. Hai voglia di cucù. Dopo di ciò mi prendo la metropolitana col fare disinvolto di chi già sa la strada e me ne vado in albergo a farmi il mio pisolino pomeridiano. Che è pur sempre sabato.E non vedo perchè dovre
Quando mi sveglio non sono più una Viaggiatrice Solitaria e Indipendente e posso di nuovo calarmi nella mia parte preferita. Quella della Giovane (ma non troppo) Donna che si mette il vestitino bello e se ne esce a cena mano nella mano col suo [N] F.

3 Cose che mi piacciono dell’ [N]F

1) Si mette la giacca per uscire a cena con me. Perchè, ragazzi, io vi voglio tanto bene, ma dopo i 30 la felpa va bene solo per la gita al parco la domenica #sapevatelo
2) Sa sempre dove portarmi a cena
3) Ha il mio stesso atteggiamento disinvolto nei confronti del taxi. Perchè signori, a questo punto io con chi si fa problemi a prendere un taxi non ce la posso mai fare.

A cena faccio amicizia col porco tedesco. La nostra amicizia finirà in bagno alle sei di mattina.
Il giorno dopo è domenica mattina e alle 11 Berlino ancora dorme. Passeggiata nel parco, würstel ed è giá tempo di salutarsi sul binario 1 della S-Bhan ad Alexanderplaza.
Ciao tesoro, ci vediamo giovedì prossimo all’una  a Victoria Station a Londra.

La  mia (provvisoria) impressione su Berlino

Una città schiacciata dal peso della sua storia.

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