Dal Baltico al Mediterraneo

9 September 2012

Ogni viaggio dovrebbe avere un titolo, un leit-motiv, una meta, un ritorno.
Il titolo di questo viaggio è stato “Dal Mediterraneo all’Atlantico (e ritorno)”.
Il leit motiv di questo viaggio è stato il vino rosè.
La meta di questo viaggio è stata la riva dell’Oceano.
Di ritorni da questo viaggio ce ne sono stati due. La casa in riva al Mar Baltico (e la guglia della cattedrale che ti saluta dalla finestra nel silenzio del nord) e la casa che dal terrazzo vedi il Mediterraneo (e il bar del paese dove vai da sola perché sai che troverai sempre qualcuno).

Arriva a un punto dove i posti dove vai cominciano ad essere i posti dove torni.
(E arriva sempre il momento in cui il “poi” di “poi vediamo”, diventa “ora”)

Ma intanto. Intanto è il 3 di agosto e su Stoccolma alle 6 del mattino piove un mondo freddo. Noi abbiamo due trolley molto pesanti (un trolley rosa moooolto pesante) e un taxi che aspetta sotto il portone. “Chiudi bene tutte le finestre, metti l’allarme, dai una doppia mandata alla porta. Chiama l’ascensore”. Entriamo nell’ascensore, ma zac. Fa uno scatto e rimane bloccata a mezza altezza. E non va né su né giù. “Va beh, ora premo il campanello di allarme e arriverà qualcuno” – “Ma figurati, questi sono svedesi, io li so a questi, non ci sta la signora del terzo piano che tiene le chiavi. E la ditta ci dirà che dobbiamo aspettare le 8 del mattino quando gli operai saranno di turno”. Già vediamo il volo per Nizza che parte con due posti vuoti. Suono e non arriva nessuno. Poi premo un altro bottone ed ecco l’ascensore riparte. Ci siamo, ce la possiamo fare.

Ad Arlanda l’aereo parte da un terminal dove non ero mai stata. Si lascia il mondo ovattato dei voli Sas e Lufthansa e si scopre l’affollato mondo dei voli low cost scandinavi. Ho notato con non poca soddisfazione che gli svedesi che affollano i voli della Norwegian verso il sole parlano e sorridono. E in casi eccezionali fanno anche un poco di bordello. Con i loro cappellini e i loro sandaletti che fuori ci sono 10 gradi, ma loro partono verso il “Sud”. Verso il Mediterraneo.
Sull’aereo low cost svedese c’è il wifi. Puoi twittare in diretta una foto delle nuvole presa dal finestrino.
Sono le nove del mattino e loro già stanno carburando a birra:

“Per uno svedese l’alcool è simbolo di vacanza. Loro non berrebbero mai un bicchiere di vino durante un pranzo di lavoro, lo considerano una roba da alcolisti. Così come bere un drink dopo il lavoro. Ma è socialmente accettato scendersi una bottiglia intera di vodka il venerdì sera e il lunedì in ufficio, durante la pausa caffè, raccontare di quanto è stato divertente vomitare nella borsa della tua fidanzata”.

Comincio a sospettare che la meta dei nostri compagni di viaggio siano sì il sole e le verdi campagne e le spiagge calde. Ma anche e soprattutto i supermercati dove puoi comprare ottime bottiglie di vino a 3 euro.


Nota esplicativa

L’alcool in Svezia è monopolio di Stato. Si vende solo in negozi a parte, piuttosto rari, con orari limitati e prezzi molto alti. Tipo una bottiglia discreta di vino difficilmente costa meno di venti euro. Nei supermercati si vende solo birra e bevande a bassa gradazione alcoolica. Un bicchiere di vino in un locale o in un ristorante costa sui 10 euro. Io non ho mai avuto il piacere di farmi una cena in Svezia con una bottiglia di vino a tavola.

E così arriviamo in Francia. E fa caldo e c’è il sole e il mare luccica ecc ecc. Prendiamo la macchina e via. Destinazione Provenza. C’è sempre un momento molto bello di quando parti per un viaggio on the road. Ed è dopo che hai preso la macchina, messo il navigatore, imboccato l’autostrada. Accendi l’autoradio, apri il finestrino per far entrare un po’ di vento, e ti senti in vacanza.
(continua…)

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