La lezione dell’inglese

10 November 2012

Invece di andare in palestra, quest’anno vado a fare inglese. 3 volte a settimana. In questa fase della mia vita ho ritenuto fosse più utile porre le basi per tenere una conversazione in inglese senza sembrare Mario Bros, piuttosto che porre le basi per tenere i glutei alti. Non che stia sminuendo l’importanza di avere un sedere tonico, sia chiaro, but you know, ci sono dei momenti della vita in cui bisogna darsi delle priorità.
E in questo momento la priorità era non farmi prendere dalle crisi di panico ogni volta che lo Svedese (che però è di Casoria) mi annuncia  “Stasera ti va di uscire con questi miei amici canadesi/svedesi/expat vari”? O peggio “Honey, dobbiamo prendere un cocktail con i miei colleghi di lavoro” – “Darling, hai problemi se faccio finta di essere muta?”. Ecco. Quindi ho a malincuore lasciato perdere la zumba, lo step coreografato e il lesbo pump e mi sono iscritta Alla Scuola di Inglese. Lezioni private, 3 volte a settimana con una Vera Inglese Madrelingua che parla come alla BBC.
E’ così pago una considerevole cifra mensile per fare gli esercizi con Present Perfect vs Past Simple che alle scuole medie copiavo svogliatamente dal quaderno della mia compagna di banco. Alla scuola di inglese mi hanno anche regalato un bel quadernone blu per fare i miei compiti di inglese e prendere appunti durante la lezione. Solo che si vede che la maestra non ha fatto le elementari in Italia, infatti mi ha dato un bel quadernone con le righe da terza elementare.
Se ricordo bene, ma voi confermatemelo, questo tipo di righe si usa scrivendo nella riga stretta tra due righe più doppie. Ma io ovviamente sono incapace di scrivere in un rigo così stretto. Se per questo sono anche incapace di scrivere un corsivo leggibile. Con immenso sforzo prendo la penna in mano e traccio grosse lettere in stampatello nelle righe più doppie.
E il sabato pomeriggio provo un certo senso di soddisfazione a starmene nella cameretta, col computer spento e messo da parte, la luce sulla scrivania accesa, il resto della stanza nel buio e io china sul quaderno a comporre le mie frasette.
C’è una cosa che mi stanno insegnando le lezioni di inglese: “Make it easy”. Quando si tratta di comporre frasi, fare temi, raccontare qualcosa, io ho la tendenza ad impegolarmi in complicate costruzioni sintattiche, perifrastiche attive e passive, incisi e preamboli. Ma invece il modo di dire più corretto è sempre “Soggetto+verbo+complemento”. E quando la mente comincia a lanciarsi in costruzioni articolate, bisogna resettare e semplificare.
Chiedersi “qual è il modo più semplice per dire quello che voglio dire?”. Ecco, basta sostituire il dire con il fare e tante cose nella vita di tutti i giorni diventano molto più semplici. Tante.

Il modo più semplice per dimagrire senza andare in palestra è smettere di mangiare carboidrati.
Make it easy. Nutriti di insalata.

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