Impressioni di un weekend in cima al mondo

7 January 2013

L’aereo che da Oslo va a Tromso è pieno di studenti che ritornano dalle vacanze di Natale.   Tromso è un importante centro universitario e l’aereo è l’unico modo per arrivarci. Beh, certo ci puoi arrivare anche in tipo 20 ore tra treno e autobus.

A Tromso i treni non ci arrivano, arrivano fino a un certo punto della Norvegia e poi stop. In tutta la Norvegia il mezzo più comune per muoversi è l’aereo, le città sono incastrate nei fiordi, circondate da mare e montagne, di strade e binari ce ne sono pochi.

Tutti fan su e giù con gli aerei. E se arrivi all’aeroporto di Oslo da un’altra nazione per prendere un volo interno devi rifare tutta la trafila dei controlli di sicurezza. La Norvegia è fuori dalla comunità europea, fuori da tutto. E devono essere i norvegesi a controllarti.

La strada che dall’aerporto va a Tromso è tutta sottoterra. Hanno scavato nella montagna e fatto una rete di strade sotto. Ci sono anche le rotonde sotto alla montagna.

Il tragitto dall’aeroporto al centro è di 4 km. Il biglietto dell’autobus costa 10 euro. Si scende dal pullman e nel buio della notte artica la prima cosa che si vede è il profilo scuro e innevato di una montagna che incombe sul mare. Casette colorate tra il mare e la montagna come nelle brochure pubblicitarie della crociera: “Meraviglie del Nord”.

Alle 10 di sera, di venerdì sera, sul corso principale del paese non c’è nessuno. I marciapiedi sono riscaldati. La neve si accumula al centro della strada. L’unica possibilità per mangiare qualcosa è il Burger King. Dopo avremmo voglia di una birra, ma la birreria più a nord del mondo chiude alle 18. Andiamo a dormire, che è meglio.

Il giorno dopo la sveglia suona alle nove e la tenda si apre sul buio profondo. Alle undici un lieve chiarore si diffonderà nell’aria per raggiungere il suo culmine a mezzogiorno e sparire del tutto all’una.  Alle due è di nuovo notte fonda. alle tre i negozi chiudono e ad illuminare la strada restano le decorazioni di Natale con i cuoricini rossi. Spendiamo 50 euro per qualche fetta di pizza e sembra che sia già ora di andare a dormire.

E invece dobbiamo prepararci per l’appuntamento della Gita nella Slitta Traianata da Cani.

 Leggi com’è andata la Vera Storia della Gita coi Cani.

La sera torniamo in hotel, al pub del paese  c’è musica dal vivo, ci chiedono l’equivalente di 15 euro solo per l’ingresso, ne dovremmo pagare poi altrettanti per una birra. Decido che la musica dal vivo me la sento al Marianiello, che è meglio. Andiamo a dormire.

Il giorno dopo è domenica. I negozi sono tutti chiusi. Tutti. A mezzogiorno, dopo la funzione, anche la chiesa chiude i battenti. L’unico edificio aperto, oltre al Burger King’s e a Peppe’s Pizza è la biblioteca pubblica. Entriamo a curiosare. 4 piani. Uno dedicato ai giornali con la caffetteria, uno ai libri norvegese e tradotta in norvegese, un’altro con libri in tutte le lingue del mondo. Un’altro piano tutto dedicato ai bambini che corrono scalzi e felici sul parquet riscaldato pieno di giochi. Un reparto tutto dedicato a cd e dvd, computer, poltroncine e una anche una saletta per vederti un film. Accanto c’è il cinema multisala.

Un ragazzo dai tratti mediorientali è curvo su un dizionario di norvegese, un’altro che sembra pakistano parla su Skype, forse con la mamma.

Chissà come mai tra tanti posti com’è che sono capitati proprio qua sopra. Glielo vorrei chiedere. Ma è tempo di tornare laggiù al Sud. A Stoccolma.

 

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