Neve d’aprile

7 April 2013

Mi ricordo la neve a Fisciano di un 7 di aprile, io col giubbetto di jeans, pochi soldi per mangiare e la casa fredda.  Dieci  anni fa. Leggevo Rumore Bianco di Don De Lillo  nella stanzetta rosa. E fuori la neve rotolava nell’aria in grossi fiocchi senza avere il coraggio di arrivare a terra. Aspettavo che il citofono suonasse, ma il citofono non suonò mai e cenai con una zuppa surgelata e il libro davanti, nella cucina fredda e le stoviglie sporche nel lavello.

Il 7 aprile del 2013 tiro su la persiana e la neve rotola nell’aria in grossi fiocchi. Perché stupirsi? Siamo in Svezia, mica in provincia di Salerno. Sul blu del lago gli ultimi blocchi di ghiaccio navigano lentamente a morire chissà dove. In pantaloncini e maglietta vado a farmi il caffellatte nella cucina. In casa ci sono 24 gradi fissi e il parquet caldo sotto i piedi. La neve nel cortile ha fatto un montagnella che da mesi ricopre i giochi dei bambini. Bevo il caffellatte e sfoglio Vanity Fair che ogni mercoledì sera mi arriva sull’Ipad. Il rumore monotono della lavastoviglie nell’aria ferma. Spalmo il burro sul pane tostato e non ho niente da aspettare. Lui ha preso un aero come al solito e ora è nell’aria condizionata di qualche albergo di un qualche stato mediorientale. E qui il citofono non esiste.

Non è previsto che qualcuno possa farti una sorpresa e venirti a trovare.

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