Giorni di luglio

17 July 2013

I turisti fanno la fila per salire al piano superiore dell’aliscafo, la zona all’aperto dove godersi il sole del Mediterraneo e guardare la linea costiera che scorre.

Io chiedo permesso, sorpasso la fila sulla destra e mi infilo all’interno, un ventre accogliente di buio e aria condizionata gelida. Mi siedo sulla destra, dal lato del mare e dell’ombra. Voglio vedere solo il mare. La luce mi dà fastidio.

Un giorno dopo l’altro, sempre così, fin quando l’estate sarà passata e spariranno le file, il venditore di bottigliette d’acqua 1 euro special price e il ragazzo coi volantini delle barche.

Il mare si agiterà e l’aria condizionata verrà spenta. Un giorno le corse degli aliscafi saranno interrotte e in certe sere d’inverno ci sarà solo la nave grande, dove camionisti e muratori infileranno la loro paga nelle slot machine e la tv sarà accesa sulla Vita in Diretta “passiamo ora la linea all’Eredità”.

Ma intanto è ancora luglio (ancora?), l’aria condizionata gela all’istante le goccioline di sudore di tutto un molo da fare a piedi sotto il sole e io infilo le cuffiette per i miei quotidiani 15 minuti di English as Second Language. I giorni passano. Mi accorgo sempre con un piccolo moto di incredulità che i giorni passano. Nonostante tutto. E non so se vorrei che passassero in fretta, più in fretta possibile, o vorrei bloccarli in questo tempo indefinito di in cui “ci penserò a settembre”. Un tempo in cui l’unica giusta e saggia da fare è tuffarsi, infilare la testa sotto acqua e nuotare fino al filo rosso delle boe. Che fin quando sono legata al filo rosso delle boe, col faro che sorveglia benevolo da lassù, niente può succedere.

Perché poi settembre arriverà, e ci dovrò pensare.

(o forse non servirà più pensare, basterà staccare la mano dalla corda e nuotare verso il mare aperto, davanti solo la linea dell’orizzonte)

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