Un post della mezza stagione

19 March 2014

Il direttore della scuola elementare Gigliola Fiodo è, nella mia memoria, un uomo basso e tracagnotto, dalla testa tonda e calva e occhialini tondi. Quando un bambino faceva il cattivo la maestra minacciava di portarlo dal direttore. Ma il direttore non incuteva molta paura. Si chiamava Giuseppe. Il 19 marzo le maestre raduvano tutti i bambini nell’atrio della scuola e li disponevano a semicerchio intorno a un pianoforte suonato da una maestra molto anziana. Il direttore era seduto su una sedia al centro e i cantavano una canzone in suo onore. La canzone faceva così:

“Son tornare a sbocciare le viole, gli uccellini il nido a rifar,
sotto i tiepidi raggi del sole, peschi e mandorle in fiore son già.
Giunta pure la tanto desiata, festa del falegname divin,
di letizia con l’alma inondata, il tuo nom festeggiam stamattin”.

Era una canzone scritta da una maestra, testo inedito, su Google non ce n’è traccia. Esiste solo nella memoria di qualche bambino della scuola elementare Gigliola Fiodo. E scritto con calligrafia infantile tra le righe di qualche quaderno a righe.

Oggi non posso fare a meno di chiedermi se il direttore non si sentisse un po’ in imbarazzo a stare seduto su quella sediolina tra bambini che cantavano il suo nome con l’alma inondata di letizia. E non posso fare a meno di notare come si sia rallentato il corso delle stagioni. Oggi che è la festa del falegname divin (tanto desiata) io ho su ancora il cappotto e i timidi segnali di primavera si leggono solo nei sandali degli studenti americani in gita a Capri, nelle giornate più lunghe e nel monotono canto della tortorella al mattino presto. Eppure nel mio ricordo la Domenica delle Palme era il primo giorno in cui indossavi il giubbotto di primavera, il vestito nuovo nei toni pastello. E allo stesso modo ricordo che il primo novembre andavo al cimitero con una pelliccietta blu. Oggi indosso il giubbotto di pelle fino a metà novembre.

Il tempo corre veloce, io mi sorprendo a pensare che sono quasi a metà della mia aspettativa di vita, ma le stagioni si sono rallentate. O forse siamo solo noi più lenti a percepire ed accettare il cambiamento?

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