Scene di laurea

25 February 2005

La cosa bella di quando ti laurei è il giorno dopo. Ti resta la festa da fare, i regali da ricevere e la casa piena di fiori manco avessi partorito e ormai i mazzi sono anche nei bicchieri. Un poì sembra anche un matrimonio, tipo quando sono scesa di casa al braccio di Jaffa con la macchina che ci aspettava sotto. La macchina appena ritirata dal carrozziere, coi pezzi attaccati con la colla pritt per la fretta che non potevi andare a più di 80 all’ora. Una cosa utile per il matrimonio l’ho anche imparata: mai ridursi alla mattina per il parrucchiere. Soprattutto se devi fare colore e colpi di sole. Arrivi a mezzogiorno che alle 3 ti devi laureare che stai ancora con la cuffia in testa a urlare istruzioni al cellulare come una pazza invasata. Ma mi hanno fatto la messa in piega in tre e alla fine all’una ero fuori. Trucco, vestiti, non trovo il fard! Hai preso il cd-rom? metti il computer nella borsa! Che cappotto mi metto? Oddio mi sento male! Via, si va.All’univ l’incontro coi miei amichetti mi calma un po’Ma la vista di quella sedia in mezzo all’aula mi terrorizza alquanto. Ma arriva la commissione e la visione di tre facce amiche su sette mi calma. Il computer dell’univ ovviamento non funziona. Mentre si insidia la commissione colleghiamo il mio al videoproiettore. Ed ecco che a tutto schermo appare il desktopo più scemo che abbia mai avuto. Little twin star con su scritto “we bring happiness from the sky”. Roba da vomito. Tutti i laureati discuteranno maneggiano un computer con gli adesivi di Hello Kitty. Bella storia. Va la prima: ha una presentazione in power point piena di grafici, che non finisce più. Io mi sento male, se penso alle mie misere tre schermate. Arriva la seconda con video ridicolossissimo con scritte che sbattono: ” sicurezza- trasparenza-chiarezza: tutto questo è URP” a seguire foto di assessori alla sagra del riavulillo e sede del consiglio comunale. La ragazza mette su praticamente un comizio elettorale, recita spudoratamente, sembra che le abbiano inserito una videocassetta nella pancia. Abbiamo capito che hai il posto assicurato all’ urp di Francavilla Irpinia, ma per ora, stai calma! Intanto penso che forse un discorso a memoria me lo sarei dovuto preparare. Vado fuori. Penso che potrei anche sbattere a terra da un momento all’altro. Ecco Carmine, anche lui con mega presentazione in power point. Un’altra e poi io. Eccomi.Per fortuna la sedia l’hanno messa vicino alla cattedra, così non devo stare al centro dell’arena. Col computer me la vedo io. E’ il mio e odio quelle scenette della ragazza che discute la tesi e nel frattempo da istruzioni al ragazzo per la presentazione multimediale. Lo saprò pure usare un mouse io! Non credo effettivamente di aver dato il massimo della mia dialettica. Forse avrei fatto meglio a comprarmi uno di quei libri americani tipo “vincere la paura di parlare in pubblico in 10 facili mosse”., ma tant’è che qualcosa lo apparo. Intanto, per dimostrare a tutti come sono calma, mentre parlo comincio a massacrarmi la cuticola dell’unghia e a tirarmi le pelliccine tanto che a un certo punto abbasso gli occhi e mi accorgo che grondo sangue dalle dita. Pulp, molto pulp, pure troppo. Deve essersene accorto anche il caro Tozzi che mi manda a posto. Afferro la tesi macchiando tutta la copertina di sangue ( posso allora dire che sulla tesi ci ho buttato il sangue, più letteralmente che metaforicamente) e torno a posto, molto stordita, molto confusa. Tutti mi dicono brava, ma secondo me si dice per dire, perchè secondo me si poteva dare molto di più e poi tutti dicono ” si, ma non si sentiva niente”. Meglio così. Prima dei baci, prima di fiori, prima di tutto, il mio ragazzo crocerossino si cura di incerottarmi le dita ( vedi foto) e mandarmi in bagno a lavarmi le mani prima che qualcuno pensi che abbia assassinato il presidente di commissione. E poi fiori, baci e congratulazioni. E foto a matriomonio: con la famiglia, con gli amici, con gli zii, da sola. Mio padre è un invasato della digitale, non la cede a costo della vita, mia nonna si va nascondendo dietro alle colonne per non farsi fotografare. Fuori piove. Gli scenari restano sempre le mura grige di Fisciano. Caldamente rifiuto il book fotografico di 12 foto per la mia laurea a 70 euro. Avrei voluto solo la foto del mio desktop di little twin star poriettato in aula magna. Ma non ce l’ho fatta in tempo prima che il tecnico invasato da tale orrore cambiasse subito desktop. Deve però esserne rimasta memoria in qualche cellulare.Dopo il tradizionale set fotografico alla “copertina dei bluvertigo” ovvero ognuno guarda da una parte ( secondo PasQ lui non guarda nell’obiettivo dal 1997) arriva il momento della proclamazione. 110 e lode. Qua non è che mi sono tanto emozionata. Voglio dire, lo sapevo,visto il voto di partenza e l’andazzo generale delle lauree in scienze della com. Ancora baci e ancora congratulazioni e ancora fiori. La carovana si dirige poi al bar dove con sommo orrore scopro che non hanno bacardi breezere ma solo campari. Mi tocca brindare alla mia laurea a campari in bicchiere di carta, perchè ovviamente nessuno mi ha portato la bottiglia di champagne da stappare nel corridoio. E va bè.A PasQ va anche la menzione di merito come miglior discussione di laurea. Alle sei della sera, con fuori l’imburnire da discusso con in sottofondo un video di sei minuti di musica elettronica con videoclip dei Kraftwerk e dei Massive Attack. Molto molto ambient.Ieri un solo regalo. Libro da zio Nicola: “L’imitazione di Cristo” con dedica che va riportata:” Mi piace pensare che il tuo sguardo sfuggevole non si posa mai più per un secondo su una persona per evitare loro la soggezione della profondità del tuo animo. Credo che tu non comunichi mai con gli uomini ma con entità invisibili. In questo senso sei una mistica”E poi un ultimo sguardo commosso a Fisciano e chi si è visto si è visto.

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