( Questa è una serata pericolosa)

14 May 2005

Giorni fa si parlava della digitalizzazione del passato cartaceo. A tal proposito non posso esimermi dalla pubblicazione di tale documento ( scritto in word e stampato) reperito nei miei archivi. Risalente agli inizi del 2003, scritto per un seminario di antropologia lo considero una specie di manifesto di alcunee idee che mi hanno accompagnano da quegli anni. Dello stesso periodo la nascita del nickname wlemetafore (nato per caso compilando il form di hotmail, avrei voluto fare di meglio ma ormai è mio e me lo tengo)Compito: scrivere la tua autobiografiaEseguzione:”Era una notte buia e tempestosa…Un filo narrativo, non lo trovo, non riesco a trovare un filo narrativo, solo pensieri sfocati ed evocativi. Una vaga sensazione di spleen una domenica pomeriggio, un sorriso fuggitivo di lui, le luci di un Natale lontano (sarà mai esistito). Nella memoria gli scenari prendono il posto dei drammi. Lo diceva il mio prof di filosofia. E ci raccontava di Arianna che nel labirinto rivolta a Teseo: ” Perchè trovarci se potremmo perderci? Io sarò per te il tuo labirinto…”.Il labirinto del Minotauro, il labirinto di Alice, il labirinto come figura simbolo della post-modernità.Il labirinto della mia autobiografia. Diffidare dalle metafore: la metafora del labirinto mi ha incastrato in un labirinto. Non mi serve un filo, perchè la mia vita è la mia vita, e non un labirinto. Una metafora come si fa? Mi viene una poesia o la verità? Le metafore possono creare verità. Bisogna starci molto attenti. E nello stesso tempo non bisogna mai diventare troppo consapevoli della semiosi illimitata. Altrimenti si può anche impazzire alla ricerca della cosa in sè.Non bisogna mai essere troppo consapevoli del simbolo, non bisogna mai essere troppo consapevoli della realtà come costruzione sociale.Io sorrido molto e piango pure molto. Amo il sole e odio l’estate. Leggo Top-Girl e l’autunno del Medioevo”Mi chiamo Camilla, ho 24 anni e da quando ne avevo tre ho sempre fatto un po’ la saputella.

×