Regola n1: mai dimenticare gli agenti climatici

21 September 2005

Napoli-Tram n1, terminale, piazza della vittoria. Fuori un diluvio stile Katrina con Napoli che sembra Venezia. Io in camicetta bianca e decoltè scamosciate tacco dieci ovviamente senza ombrello guardo fuori considerando se è meglio arrivare in ritardo al colloquio o presentarsi come una concorrente del concorso “miss camicetta bagnata”. E penso “ dove cacchio sono i famosi marocchini venditori di ombrellini che escono dai tombini appena a Napoli viene a piovere?”A un tratto un signore fissa la Repubblica che ho sotto braccio, mi guarda e fa: “Io voto Berlusconi”. E io: “Eh, stamattina stevem scars!” E lui attacca: “ Io ho comprato una sola volta quel giornale, è pieno di parole di odio, io sono per una repubblica d’amore, ci vuole un mondo d’amore, non un mondo di odio. Io: “ Ha perfettamente ragione, ci rivorrebbe la Lista dell’Amore di Cicciolina, altro che Scalfarotto”. In realtà mi limito a guardarlo come si guarda un animale allo zoo mentre continua la sua dissertazione, pensando che in altri momenti sarebbe potuta venirne fuori una conversazione molto più interessante.Arriva la fermata e il giornale dell’odio adempie per minuti due il suo ruolo di riparare la mia al lisciata testolina prima di diventare inservibile. Penso che avrei fatto meglio a comprare Vogue quella mattina, la carta patinata tiene meglio l’acqua. Riparo sotto un tabaccaio, che ovviamente non vende ombrelli essendo un tabaccaio chic. Bestemmio di non essere in zona piazza Garibaldi dove un ombrello l’avrei trovato pure a 50 centesimi e penso che la i marocchini si dovrebbero diffondere meglio invece di lasciare tali vergognosi vuoti di mercato. Sotto il tabaccaio decido che è meglio arrivare con un aspettato da alluvionata piuttosto che in ritardo. Denota tenacia nel perseguire i propri obiettivi. Altri tre metri di bagno e trovo un negozio di ombrelli. 65 euro l’uno. Ma devo fare molta pena alla signora perché mi monta addosso una mantella fatta delle buste di plastica dei vestiti. Efficientissima. Mi salva dalla completa trasparenza. Penso che a Milano nessuna commessa di un negozio chic mi avrebbe fatto una mantella di buste di plastica.Partita alle 9.30 da Sant’Agnello arrivo alle 12.00 a Piazza dei Martiri con capello liscio ormai arricciato modello “mi stavo asciugando i capelli all’aria”, il mascara colante dalla pioggia che mi ha creato un interessante effetto smoke sotto gli occhi, la camicetta ridotta a una mappina, dentro le scarpe ho la riproduzione in miniatura della laguna di Venezia.Roba che l’autore di “Guida al perfetto colloquio di lavoro” mi avrebbe cacciata via senza manco chiedermi “Mi parli di lei.Mi parli di lei invece me l’hanno chiesto.E entro fine mese comincio lo stage.

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