La noia della mattina di Natale

25 December 2015

Io abito molto in centro. In una strada dove passano tutti quelli che vanno e vengono da Sorrento. Proprio di fronte si fermano i pullman per scaricare le truppe del turismo organizzato, le navette dei turisti che dormono negli hotel in collina, i motorini delle coppie che vanno a fare la passeggiata per il corso.

Stamattina mi sono svegliata alle 9 e da dietro le tende si indovinava un sole impertinente e indifferente al calendario. E qualcosa di strano, un silenzio, un silenzio come se ci fosse la neve. Un silenzio come se fosse una domenica mattina scandinava. E invece a terra non c’era la neve, solo la solita patina umida che non fa asciugare i panni e ti devi sempre ricordare di tirarli via prima del tramonto. C’è silenzio perché è la mattina di Natale. E la mattina di Natale alle 9 di mattina per strada non c’è nessuno. Forse solo qualche podista che si sente in colpa per il capitone fritto della sera prima.

Al di là di qualche muro solo si sente lontana una tv. Forse è qualche vecchietto che guarda la messa in tv perché non ce la fa ad andarci a piedi. Ci abitano tutti vecchietti in questo palazzo, non si sente nessun bambino che gioca con i regali.

Qualche giorno fa leggevo da qualche parte che la mattina di Natale è l’unica mattina in cui ancora ci si annoia. In cui ancora veramente son chiusi tutti i negozi e sul cellulare non ti arrivano email di lavoro. In cui non c’è niente da fare nell’attesa che arrivi l’ora di pranzo.

Eppure c’è qualcuno che questo pranzo ora lo sta preparando, qualcuno che si è alzato per mettersi ai fornelli. O qualcuno che sta lavando i piatti di ieri sera. Ci pensavo ieri notte mentre tornavo a casa sotto la luna piena (rivedremo la luna piena a Natale nel 20137 diceva la radio). Quando toccherà a me e alla mia generazione preparare la cena di Natale? Per quanto tempo ancora avrò il privilegio di mettermi un bel vestito arrivare e sedermi? Quando scatta quel qualcosa che ti fa passare dal salotto alla cucina? E quando sarà come farò a cucinare spaghetti con l’astice per 25 persone? Non è roba che puoi fare buttando tutto nel Kitchen Aid. E sinceramente non mi pare che le mie cugine e le mie cognate siano più capaci di me di friggere pentoloni interi di baccalà. Allora ho cominciato a fare il calcolo mentale di quando le nostre mamme saranno troppo anziane per occuparsi di tutto. Dieci, venti anni? O non è una questione di passaggio generazionale ma di stile di vita? Di certo mia mamma a 35 anni il pomeriggio della Vigilia non se ne stava seduta al bar.

Non lo so. Intanto questo è il mio ultimo Natale in cui sono solo figlia. Cerco di godermelo, anche con un crodino al posto dello spritz. Immagino come sarà. Ma intanto la mattina di Natale resto a letto e mi aggiusto lo smalto.

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