Piccole faccende svedesi

23 January 2013

Io non vorrei fare come in quelle puntate di Report dove c’è l’inviato che va in Svezia e descrive quanto funziona bene la Svezia e qua ad ogni figlio ti danno i soldi e gli asili nido che funzionano e ci sono le mamme bionde magre e felici che raccontano di quanto bene si possa conciliare famiglia e lavoro. E poi l’inviato va nella scuola della periferia di Stoccolma e poi dopo va nella scuola alla periferia di Napoli. Lasciamo perdere queste cose qui. Già l’ha fatto magistralmente Antonio Menna dopo che ci siamo andati a pigliare il caffè insieme a Sodermalm. Leggetevi il suo post “I napoletani non devono viaggiare” se già non l’avete fatto. Ma un po’ di cose ve le voglio raccontare.  

Uno

L’altra sera incontriamo una coppia di neogenitori svedesi. La ragazza fa: “Che bello, da domani è il mio turno di tornare al lavoro. Ora sarà mio marito a restare a casa”. E lui “Absolut. Già mi sono organizzato con gli altri papà del quartiere”. Qua in genere funziona così: i genitori vanno in congedo parentale obbligatorio a turno. Prima  la mamma, poi tocca al papà. Dai 3 ai 10 mesi. A testa. La mamma in genere sta con il bambino i primi mesi, poi mette la giacchetta e torna in ufficio, il papà prende il passeggino e se ne va a spasso col bimbo. Si creano quindi questi gruppi di uomini in congedo parentale, che si fanno chiamare il “lattepapa”. Il pomeriggio si riuniscono per andare a prendere il caffè insieme al centro commercial. Ognuno col suo bravo passeggino vicino alla sedia. [In Italia è stata da poco approvata una legge che prevede il congedo parentale obbligatorio per un giorno. Uno]. 

 Due 

L’altra sera è andato il tilt il circuito elettrico del soggiorno. Lo Svedese è andato su un sito, ha inserito il tipo di problema e il suo numero di telefono. Il mattino dopo, dalle 9 alle 10, sono arrivate 4 telefonate di elettricisti che chiedevano un appuntamento per venire ad esaminare il guasto. In giornata sono arrivati 4 elettricisti, tutti precisi all’orario prefissato, hanno studiato il problema e preso appunti. Tutti hanno lasciato il loro codice fiscale in modo che potessimo andare a controllare su Internet se erano elettricisti certificati. Alla sera abbiamo avuto 4 preventivi via email.

 Tre 

Domenica siamo andati a passeggiare sul lago ghiacciato. Io avevo i jeans, gli stivaletti e il  giubbotto. Gli svedesi portavano appeso al collo un fischietto da fischiare in caso di pericolo e sulle spalle del giubbotto due specie di arpioni da estrarre al volo in caso che gli si rompesse il ghiaccio sotto ai piedi. Ognuno aveva il suo bravo catarifrangente appeso al  cappotto, così sono visibili nel buio. Un gadget irrinunciabile anche in pieno centro cittadino. C’erano tanti bimbi con gli slittini. Tutti avevano il casco. In giro non ho visto neanche una discesa. Pianura pianura pianura. E ho pensato che forse è anche questa estrema prudenza a far funzionare tanto bene questa nazione. 

Poi ho pensato che volevo comprarmi anche io dei pattini per andare a pattinare sul lago. Poi ho pensato ad Amy March. Poi ho pensato che io la freddezza di puntellarmi con gli arpioni non l’avrei mai avuta. E ho continuato a passeggiare pensando che vivo sotto al Vesuvio. e mica quando sto là tengo il giubbotto che si trasforma in una capsula bunker ignifuga.

 Quattro 

La classica delle domande che si fa agli italiani che vivono in Svezia è: “Ma come fai a sopportare quel freddo?” La classica risposta degli italiani che vivono in Svezia è: “Il freddo è sopportabile perché è un freddo SECCO”. “Hai ragione, quello a noi è l’umidità”. Ora vi dico la verità. E’ vero il freddo secco, è vero che non ci sta l’umidità che ti entra nelle ossa, è vero che in casa stai con la maglietta a maniche corte, é vero che non prendo mai il raffreddore. Ma se esci di casa a -15 senza capello se ne cadono le orecchie. Secco o non secco. 

[Momento di alta sociologia] Secondo me il freddo è stato un fattore determinante nel buon funzionamento di questa nazione. Un popolo che per ragioni climatiche non stare troppo in mezzo alla via è molto più facilmente governabile. [End momento di alta sociologia]

 Quinto 

Ci hanno appeso un cartello fuori alla porta. Dice che domani dalle 7 alle 16 non si potrà usare il gabinetto e aprire l’acqua per via di lavori nel condominio. Cioè non è ti staccano l’acqua. Ti vietano di andare a fare pipì e di conseguenza scaricare e aprire l’acqua. Quindi io domani mattina mi dovrò alzare, vestire, mettere il cappotto, attraversare il cortile innevato e andare a fare pipì nel bagno comune del condominio. Sì, perché qua i condomini hanno il BAGNO COMUNE.

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