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La quarantena

12 August 2016

Una mia amica del Kazakistan mi raccontava che nei primi 40 giorni di vita di un bimbo non gli si possono fare foto, è considerato una specie di tempo sacro in cui il neonato si deve adattare alla vita e vivere in simbiosi con la mamma. Qui, durante i primi giorni, a Caterina sono state scattate circa 4000 foto, ognuna doverosamente scambiata su whatsapp e commentata con una serie infinita di cuori e “bellisssssima”. Io credo di non aver mai ricevuto tante visite come in questi 40 giorni, ho distribuito confetti, ricevuto regali, professato convinta che Caterina fosse un angelo e mi facesse dormire la notte e alla fine ne siamo usciti tutti sani e salvi. E come tutte sono qui a riassumere cosa ho imparato in questi 40, 45 , 50 giorni

Mai giudicare le altre mamme

Giuravo convinta che non sarei mai diventata una mamma blogger. Eppure mi rendo conto che da quando sono incinta non ho scritto altro che di gravidanza. La maternità è un’esperienza totalizzante, non tanto in termini di tempo, quanto di energia e dedizione mentale.

E qualsiasi scuola educativa tu segua, Tracy Hogg, il Bambino Naturale, la nazy Gina Ford, il fattore C è quello dominante nel determinare il numero di ore di sonno del bebè. E le mamme non ne hanno alcun merito o meno. Almeno nelle prime settimane. E qualsiasi bimbo angelico, come Caterina (che si è fatta una cena in un hotel 5 stelle seduta in silenzio nel suo ovatto limitandosi a fissare le strisce di luce per 3 ore di seguito), il giorno dopo senza alcun motivo apparente può trasformarsi in Carrie la bestia di Satana seminando il panico in tutto il condominio. Non ha alcun senso vantarsi di quante ore di sonno faccia il proprio neonato.

Sentiti pronta a sentirti giudicata. Sempre.

E non perché gli altri ti giudichino veramente. Magari nessuno ti pensa. Ma tu ti sentirai sempre sotto giudizio nel tuo essere mamma. Prendiamo qualche sera fa. Io a passeggiare sul corso centrale del paese con la mia carrozzina di seconda terza mano con le ruote sporche e impolverate per la loro prolungata permanenza nell’ingresso del palazzo con i lavori in corso. Dentro la carrozzina il caos: un lenzuolino appallottolato in un angolo dalle gambine scalcianti, un ciucciotto appiccicoso, un pupazzetto, una macchia di vomito sul coprimaterasso, il cellulare buttato lì per non doverlo ripescare continuamente dalla borsa. Accanto a me sfila una mamma con un inglesina modello “Kate” lenzuola di lino perfettamente sistemante e stirate, neonato perfettamente sistemato sotto le lenzuola di lino, perfettamente silenzioso. Lei non mi ha nemmeno vista, ma io ovviamente mi sono sentita la madre peggiore del mondo. Fin quando Caterina non ha iniziato a piangere disperata, io  l’ho presa in braccio e mi sono trovata bloccata così in mezzo al corso, cercando di calmare lei e contemporaneamente spingere la carrozzina con una sola mano. Fin quando mi si è avvicinata una signora, e ovviamente cosa mi ha detto? “Guarda che poi prende il vizio!”. L’ho rimessa giù solo perché incapace d spingere la carrozzina con una sola mano direzione casa.  Mentre cammino velocissima sento una signora che fa “Ma come si fa a far piangere così quella povera anima di Dio?”.

Il giorno dopo esco col marsupietto dove dorme beata: “Ma non ha troppo caldo là dentro?” “Non soffoca?” – “A me il pediatra ha detto solo carrozzina per 4 mesi”.  E’ incredibile come ogni pensionato del mio palazzo (dove sono tutti pensionati a parte noi) non possa fare a meno di esprimere il proprio dissenso alla fascia/marsupio. “Ma respira là dentro? Ma non sta tutta storta?”

Due giorni dopo mi sono comprata un passeggino completamente reclinabile super leggero che si può portare con una sola mano. E ora vediamo.

Da sola non ce la puoi fare

Cioè, ce la fai pure, ma è davvero dura.  Accudire un neonato, una casa e te stessa è complicatissimo. Non è impossibile, ma se ne va la salute mentale. Hai bisogno di una persona che lavi e stiri e un altro paio di braccia pronte per cullare quando tu vai a farti la doccia. O un paio di occhi in più che la tengano d’occhio mentre lei dorme e tu fuggi a farti una ceretta.

Avrai letto ovunque che devi dormire quando il bambino dorme. Beh, certo, devi essere capace di addormentarti a comando e avere uno staff dietro che si occupa di tutto il resto. Perché è ovvio che tutti ti diranno di chiudere un occhio sulle faccende di casa, ma ve lo dico io che non sono certo una maniaca del pulito, basta un giorno senza mettere in ordine e una casa con un neonato si avvia subito ad essere protagonista di “Sepolti in casa – speciale bebè”.  Sopratutto se vivi in 60 metri quadri.

Vieni meno alle tue convinzioni salutiste

Una cosa sono le tue convinzioni maturate sui libri di Tracy Hogg e Gina Ford, un’altra è trovarsi con un esserino disperato tra le braccia che urla fino a diventare bordeaux. Allora capisci che un ciucciotto intinto del miele è un valido contributo alla pace nel mondo. Almeno fin quando non elabori la successiva strategia.

Per essere una buona madre secondo gli standard attuali devi trasformarti in mammifero/marsupiale

Voi non ve lo ricordate, ma certamente le vostre mamme vi avranno raccontate di come siamo cresciute noi: svezzamento a due mesi e mezzo, latte artificiale spesso e volentieri, mai troppo tempo in braccio. Ora invece le cose sono cambiate. Fino a sei mesi solo tetta, rigorosamente a richiesta, continuare ad allattare fino a due anni e oltre, tieni sempre il bambino in braccio. La carrozzina, il ciuccio, il biberon di camomilla sono strumenti del demonio che faranno crescere il tuo bambino poco sicuro di sé,  interferiscono con l’allattamento naturale e lo espongono ai più pericolosi agenti patogeni. Per non parlare del latte in formula causa di tutte le malattie dell’umanità presenti e futura. Praticamente ti devi trasformare in un canguro. Ho letto di psicologhe che consigliano di tenere il neonato nella fascia mentre svolgi le faccende di casa.  Meglio fargli odorare la candeggina o rischiare di bruciarlo col sugo che bolle piuttosto che ledere alla sua futura autostima facendolo stare sulla sdraietta.

E ovviamente ti dovrai dichiarare felicissima di allattare a richiesta fin quando il bambino avrà 2 anni , anzi 24 mesi e oltre. Mi sentirei meno giudicata ad accendermi una sigaretta mentre spingo il passeggino che ad ammettere che allattare non mi fa impazzire.

Anche a fare la mamma si impara

Ancora questa cosa dell’allattamento, già detto, non mi fa impazzire, ma dopo un inizio complicato fatto di problemi di attaccamento, paracapezzoli, aggiunte di Mellin e posizioni da trovare, ora contro ogni aspettativa mi ritrovo ad allattare con scioltezza per strada, seduta su un muretto. Fino a 3 settimane fa guardavo le mamme che lo facevano e mi sembrava una cosa impossibile.

 Il livello di tolleranza allo schifo si alza

No, non dico “ma che bella cacchina che abbiamo fatto”, Ma mi ritrovo ad accogliere con una risata con rigurgito di latte tra i capelli appena lavati che mi costringe a rifarmi lo shampoo.

 Ma alla fine non è vero “che poi non potrai fare più niente”

Dialoghi prima di dormire

“Avere un bambino è come te lo aspettavi?” – “Pensavo peggio”

Io ero rassegnata a 3-4 mesi in cui secondo tutti non avrei avuto manco il tempo di fare pipì. E invece ho finito di leggere il libro che avevo cominciato prima di partorire,  mi sono fatta la doccia tutti i giorni e concessa lussi sconosciuti come il parrucchiere tutte le settimane. Manicure, pedicure, ceretta con regolarità. Colazioni al bar, uscite serali, due cene al ristorante da soli io e lui. Non ho mai fatto una notte in bianco se non la prima a casa, ma per colpa mia che avevo un ansia che non ve lo dico proprio. Certo, sono fortunata, ho delle nonne che fanno a gara per stare con lei e un papà che la terrebbe sempre in braccio Certo, lei è dormigliona e piange poco. Ma non posso fare a meno di chiedermi come mai fino agli anni  ’50 in tutti i romanzi che ho letto non c’è nessuno accenno a questa stanchezza esasperante di crescere un neonato.  Forse perché fino ad allora i bebè erano più abbandonati a se stessi o forse perché era semplicemente normale. Ma mia pare che oggi ci sia un terrorismo eccessivo su questa storia della madre immolata all’altare della cura del neonato.

In ogni caso

E’ incredibile la quantità di faccende di casa che emergono a stare tutta la giornata a casa. Da questa maternità ne uscirò con un rinnovato e immenso rispetto per le casalinghe.

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