Due ore vuote erano un fistola che generava infezioni

8 October 2006

( Jonathan Franzen- Le correzioni )Le cinque del pomeriggio di domenica sono un’ora pericolosa nei sobborghi residenziali. Appena sveglia da un confuso e affollato sonnellino. Di quei dormiveglia pomeridiani pieni di visioni e repentine prese di coscienza che si cercano di stoppare girandosi dall’altro lato. Fino a quando un’apertura più definitiva di altre ti fa alzare. Borbottando fino alla cucina. Nel corridoio le strisce lunghe del sole basso. Polvere che galleggia. Inutile tramonto. Metti su il caffè e dai un’occhiata alla programmazione al cinema. MiamiVice, stupide macchine che parlano. Niente che possa valere i tuoi ultimi cinque euro.Fuori.Dal balcone il nulla della provincia meridionale della domenica pomeriggio di ottobre. Da dietro i vetri voci dei contenitori domenicale per famiglie. Si alza il vento. E la senti. Precisa tra il terzo e il quarto quadrante. La pustola che genera infezioni.( la stessa di quando avevi otto anni e sbirciavi la domenica che si sbriciolava in polvere d’autunno sotto le polacchine, fra le mattonelle rotte del pavimento della nonna, sopra il vassoietto delle paste con dentro abbandonati gli ultimi tre bignè di un rosa chimico. Era già lì che usciva dalla radio e tutto il calcio minuto per minuto. Era lì, ma non riuscivi a darle un nome).

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