Di blog, di blogger, di vita e cose così

23 January 2006

L’epoca postmoderna ha due istanze connesse e contrapposte ( la stessa contraddizione è tratto postmoderno per eccellenza). Da un lato il voyverismo con il proliferare di reality e talkshow dove tutti mettono in pubblico le proprie storie, dall’altro parte l’ossessione per la privacy con tutte le leggi assurde o meno che ne derivano.Un capitolo della mia tesi di laurea si chiamava Reality Blog dove collegavo l’invasione di Grandi Fratelli e simili con l’esplosione di pagine web dove si racconta la propria vita senza pudori.Aprendo un blog si hanno almeno diverse possibilità di rapportare l’identità on-line con quella off-line1) conservare l’anonimato e parlare di argomenti che esulano dalla vita personale2) conservare l’anonimato e parlare di argomenti personali3) Rendere pubblica la propria identità reale e parlare di argomenti impersonali4) Rendere pubblica la propria identità e parlare di argomenti personaliDiversi fattori giocano su questa scelta. In primo luogo il livello di narcismo della persona e il proprio attaccamento alla privacy. Istanze inversamente proporzionate tra di loro. Un capitolo della mia tesi di laurea si intitolava “Reality blog”.Là spiegavo come nella blogosfera giochi un ruolo di primo piano il narcisismo e la competitività: ogni blogger ama parlare di sè, è fondamentalmente innamorato di se stesso e desidera che il proprio blog abbia un alto numero di lettori. Non ha pudori nel raccontare la propria vita perchè trova gratificante che gli altri si interessino ad essa.Spesso leggendo abitualmente un blog si genera una sorta di dipendenza: è l’effetto telenovela: può generarsi una sorta di dipendenza narrativa simile a quella che producono i serial. Ci si va ogni giorno su quella pagina ansiosi di sapere cosa è successo, come in un feiutellon francese. Se il blog chiude o prende una pausa scatta il senso di vuoto e di mancanza.Le tende si chiudono e ci si sente lesi dei propri diritti di spettatore.Tra le varie strade possibili elencate prima io ho scelto la quarta, o meglio la quarta è venuta da sola. Ed è indubbiamente la strada più facile all’inizio ma che diventa più complicata col passare del tempo e il cambiare dei contesti. Ma presa una strada è difficile tornare indietro. Ho privatizzato il blog con tutta l’intenzione di aprirne uno nuovo, bello, bianco e segreto. Mandare qualche mail a pochi affezionati per comunicare il nuovo indirizzo e ricominciare tutto da capo da un’altra parte.Non lo so. Ai blog ci si affeziona come alle stanze che abbiamo abitato. Ma intanto ho cominciato a staccare le foto dalle pareti. Resto qua sospesa.

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