Piccolo racconto triste di Pasqua

5 April 2007

Questa è una storia molto commovente che tutti quelli che mi conoscono si sono sentiti raccontare almeno una volta. E’ una storia molto triste. Questa è la storia.

Andavo alle elementari e uno dei miei sogni era partecipare alle processioni. Mettermi la tonaca, la mantellina viola, il medaglione, il cappuccio a punta da cui escono solo gli occhi. Mi sarebbe piaciuto tanto portare il gatto a nove code o la mazza con la spugna imbevuta d’aceto sopra. E’ un desiderio che si confaceva alla mia ancestrale attrazione per la chiesa. E’ come essere suora o prete solo per una notte. Sfilare per le vie del paese illuminato solo da fiaccole, con la luna piena del venerdì santo che si affaccia dalle nuvole e il canto del Miserere gregoriano che scandisce i passi. Solo che tra la fine degli anni ottanta e l’inizio dei novanta c’era una sola possibilità per una donna di partecipare alle processioni. Far parte del coro del Figlio Mio che accompagna la processione della congrega della Madonna Addolorata, quella che esce alle due di notte tra il giovedì e il venerdì, la più teocon di tutte. Non avevi il cappuccio a punta da cui escono solo gli occhi e camminavi in mezzo al gruppo, ma era già qualcosa. Eri comunque dotata di una mantellina celeste e di un medaglione. Per far parte del coro del Figlio Mio dovevi fare minimo la prima media. E superare un provino. Ma lo superavano quasi tutte.

Così la prima domenica dopo Carnevale, finalmente arrivata in prima media, vado con tutte le mie amichette di classe a fare il provino. Io avevo provato sola a casa per tutta la settimana, sognando anche che mi facessero fare un assolo (in realtà il mio sogno recondito era fare quello che intona il miserere e dà il la ai cantori) La signorina Coppola (pace all’anima sua) masta del Figlio Mio, identica alla tipa che suona l’organo nella chiesa dei Simpson, ci chiama una alla volta vicina alla tastiera. Non ci chiede perché vogliamo entrare a far parte del coro né cosa ci aspettiamo da questa esperienza, ma ci fa intonare subito il ritornello. Io vado. Lei scuote la testa. Chiama il tastierista. Mi fanno intonare tanti auguri a te. Lui scuote la testa e dice “non è che è stonata, ma non ce la fa con la voce”. Mi vengono i lucciconi. Già a Natale ero stata scartata dal coro della recita di Natale che doveva cantare we are the world. Poi dovevo fare la presentatrice della recita ma mi sostituirono perché non sapevo dire correttamente “Ciacovsky” (lucia astarita, malefica professoressa, ti odierò per sempre, ma questa è un’altra storia da libro Cuore). Fatto sta che scuotono la testa e fanno “ci dispiace”. Tutte le mie amichette furono prese. Tornai a casa e dissi che avevano bocciato la metà delle ragazze. In realtà solo io ero stata scartata.

L’anno dopo la processione rivale, quella dei giuseppini che esce il giovedì sera alle 8, introdusse anch’essa un coro femminile “Sei tu Signore il Pane”. Il provino non c’era. Ma non era prestigioso come il Figlio Mio. Ci sono andata per due tre anni, ma fare la processione di sera alle 8 mica è glamour come fare quella delle due di notte che si ritira all’alba! Smisi verso i 15 anni quando le processioni diventarono una scusa per star fuori tutta la notte e imboscarsi coi ragazzi. Nei primi anni 2000 la congrega della Madonna Addolorata ha una svolta liberista: apre la processione alle donne come portatrici di misteri in quanto rappresentati delle pie donne che accompagnano la Madonna alla ricerca di Gesù Cristo. Caso finora unico in tutte le 18 processioni della Penisola Sorrentina. Decido così di avverare il mio sogno. Fare la portatrice di misteri. In quanto donna ti davano il cappuccio aperto e non quello chiuso ma camminavi da sola in mezzo alla strada tra due portatori di fiaccole e potevi fare la star della processione. Porto il vassoio con l’orecchio tagliato e il coltello insanguinato. Bello bello. Sto proprio dietro al coro del figlio mio e in testa a me canto pure.

Quest’anno, sopraffatti dalla penuria di pie donne cantrici è apparso nella bacheca in piazza un cartello che diceva. “Domenica 4 marzo alle 16.00 presso la Congrega della Madonna Addolorata ci sarà la prima prova del Figlio Mio. La partecipazione è libera.”.Lo guardo e dico: “Non mi avete voluto nel 1991? E non mi avrete mai!”Stanotte guarderò la processione fuori dal balcone perché domani si fatica e non è che me ne posso andare girando fino all’alba e sottovoce canterà il coro del figlio mio (il mio figlio mio dov’è).

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