Volevo essere Barbie Raperonzolo

12 September 2007

irettamente connessa alla lista dei buoni propositi autunnali è la frenesia tipica di ogni esemplare donna che all’alba del primo settembre sente irresistibile il richiamo del parrucchiere. Alla prima brezzolina si comincia a desiderare intensamente un carrè alla francese, un castano cioccolata, una scalatura o una qualsiasi cosa che estetizzi il riavvio.Le punte a scopettino e le meches paglierine del mare che ti fanno assomigliare a Maga Magò fanno il resto.Ovviamente la scrivente è la vittima numero uno di tale sindrome. A cui lo scorso anno rispose con frangetta, taglio delle punte e scurimento color castano, visto che una ricerca americana affermava che le castane trovano più facilmente lavoro delle biondeE neanche quest’anno si è sfuggiti. Solo che. Soffrendo io di profondi complessi verso il mio parrucchiere, non avevo voglia di andarci. Cioè, ogni volta che vado da lui e gli dico che “no, tito, non voglio più i capelli blu corti sopra e lunghi sotto” lui mi dice che sono diventata una vecchia borghese noiosa e che sicuramente è colpa del mio fidanzato che non mi vuole far tagliare i capelli.Allora prendo la decisione che ogni donna almeno una volta nella sua vita prende e di cui si pentirà amaramente ma che continuerà a prendere statisticamente altre tre volte. Tagliarsi i capelli da sola. O farseli tagliare dalla mamma o da una amica. Il che è lo stesso se non peggio. Deve essere responsabile lo stesso gene che porta ogni bambina a tagliare i capelli alla Barbie e dopo cinque minuti piangere davanti a barbie luce di stelle trasformata in barbie punkabestia. E così mi prendo i capelli, mi faccio la treccia e zac. Via la punta. Tre-quattro centimetri buoni.L’effetto è lo stesso se me li fossi chiusa nella lama tagliafogli.E adesso sembro esattamente quella che sono. Una che non ha i soldi per andare dal parrucchiere e millanta complessi nei suoi confronti per giustificare la sua completa barbonaggine.(esattamente un’ora dopo il taglio giunse il postino che portava in dono un assegno di rimborso tasse…)

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