La mia vita a Granada-parte seconda

21 May 2010

A Napoli esiste il verbo “intalliarsi”: ovvero prendere tempo tra una chiacchiera in piazza, il caffè, un passeggiata lenta. Fin ora non ho incontrato il corrispettivo spagnolo di “intalliarsi” ma credo che il dialetto andaluso abbia sicuramente un verbo corrispondete.
A Granada le sere sono lunghe, lunghe e lente, a volte pure troppo lunghe e lente per i miei gusti non troppo mediterranei. Prima si ciondola per i bar di tapas, un tubo (la birra media) una cana (la birra piccola) un tinto de verano (un tipo leggero di sangria) accompagnati da una patatina, una polpetta, una frittella, un gamberetto, uno spiedino, un fatto così. Sempre e comunque col tipico retrogusto di aglio che sarà il tuo fedele compagno di viaggio per tutta la notte. Si mangia e si butta il tovagliolo a terra, si fuma e si cicca a terra. In alcuni posti(acci) vedi direttamente il pezzo di fumo sul tavolino del bar. Paghi il tuo conto di 3 euro e 60 per due birre e due tapas che valgono abbondantemente per cena e verso mezzanotte comincia il vero pre-serata. Parte il mini-botellon. Mini perché i botellon veri e propri sono stati vietati.

Spiego per chi non ha fatto l’erasumus in spagna o non è mai andato a trovare un amico che ha fatto l’erasumus in spagna.
Fare un botellon significa molto semplicemente radunarsi in una piazza, in un parco, in un giardino carichi di bottiglie e bere, fumare, chiacchierare, suonare. Qua a Granada i botellion sono autorizzati solo nel parcheggio del centro commerciale Hypercor dove il sabato e la domenica si radunano migliaia di ragazzini armati da bottiglie di rum e cola e stanno là a sbevazzare. Le ragazze, tutte visibilmente tredicenni, ci vanno con le calze sfilate, che a quanto vedo, sono uno dei trend-teen dell’Andalusia. Dalla calzamaglia alla calze sfilata.
Questo è il botellon vero e proprio, che può arrivare a radunare, nel caso di grandi feste, anche venti o trentamila persone. Capirete che a un certo punto è stato vietato di fare queste cose in strada e quindi hanno destinato all’uso il parcheggio del supermercato (tipo dove da noi si fanno gli scambi di coppia). In realtà però stare per strada a bere in piccoli gruppi, senza esagerare, è comunque tollerato. E’ così verso mezzanotte si comprano 4-5 bottiglie di birre Alahmbra da un litro, la birra ufficiale di Granada, e ci si sta a stare in qualche parchetto. In realtà si tratterebbe di un pausa prima di andare in un altro locale ma in realtà di sta là per ore, nell’aria dolce della sera, sotto l’odore dei fiori d’arancio, un flamenco e un’altra bottiglia. Si, perché in genere queste momenti sono animati da uno che suona la chitarra flamenca e uno che canta un flamenco. Ma stare a sentire il flamenco non è come stare a sentire la Canzone del Sole che sbatti le mani e canti pure tu. No, sbattere le mani quando uno suona il flamenco, è una questione complicatissima. Ci sono degli schemi che sembrano gli esercizi di ritmica che si fanno per l’esame di solfeggio roba tipo 3-2-3-1. Tanto nelle scuole di flamenco si parte sempre dal corso di compas, che è appunto la tecnica dello sbattere delle mani. Io mi sentirei anche intimamente portata per questo fatto dello sbattere delle mani, solo che non è che ti puoi mettere là e cercare di acchiappare il tempo, se non mandi tutti fuori ritmo. Quindi simulo guardando la giapponese del caso bravissima e sempre a tempo (ma ovviamente non ce la posso mai fare).
( questo fatto dei giapponesi è poi un discorso a parte: a Granada ci sono stuoli di giapponesi che stanno qua per studiare flamenco e si trattengono due-tre anni. Come se io a bello e buono, piglia e me ne andassi tre anni a Tokyo a studiare il teatro kabuki. Roba di pazzi. Quando siamo andati a Lisbona ci siamo chiesti se anche là ci fossero dei giapponesi che studiavano il fado. Dopo 5 minuti è arrivato un giapponese a cantare il fado. Il mio progetto è aprire una scuola di musica a Napoli dove insegnare la fronna di limone ai giapponesi).
All’esaurirsi delle 4-5 bottiglie si va nel locale. I locali bene o male sono tutti tale e quali. O forse sembrano tutti tali e quali perché nella cortina di fumo di cui sono perennemente avvolti non è che si capisce granchè. I locali notturni sono in genere popolati dall’immancabile gruppetto di prosperose studentesse del Middlewest con pantaloncini che lasciano scoperti bianchi cosciotti ben torniti in cerca di mediterranee avventure prima del ritorno in patria e fauna maschile locale ansiosa di lasciare alle suddette un gradito ricordo.
La cosa fantastica è che nei locali in genere non si paga mai per entrare. O al massimo si paga 4 euro comprensive di due consumazioni da tipo mezzo litro di birra cadauno. La serata si esaurisce alla prima crisi di soffocamento per troppo fumo dentro al locale.
( detto ciò, vorrei dire che nonostante non sia mai stata filo spagnola, qua si sta benissimo. La vita scorre pacifica e serena, la Sierra Nevada è ancora innevata e la domenica si va al mare a mangiare la frittura di pesce col tavolo sullo scoglio sotto il sole caldo. A Granada hanno messo i teloni per le strade per far passeggiare la gente all’ombra, ma la sera ti devi mettere la giacchetta perché fa sempre un po’ freschetto. La sera puoi uscire anche con 3 euro e se vuoi andare in palestra senza iscriverti in palestra puoi andare a correre lungo il fiume dove alla fine trovi un parchetto con tutti gli attrezzi compresa cyclette, panche per gli addominali e twist per il punto vita. )
Mercoledì torno. Non ne ho alcuna voglia.

×